Berceto ribadisce il No all’accorpamento

Politica
lucchi e pivetti

lucchi e pivetti

Gentilissimi,
come cittadino e, soprattutto come Sindaco, sono molto preoccupato per la demagogia con cui sono affrontati i problemi in Italia.

Ho l’impressione che si rincorra la piazza dando risposte sbagliate al giusto desiderio di cambiamento, di lotta agli sprechi, e alla burocrazia ottusa.

La politica, nel suo insieme, gioca allo scaricabarile dando in pasto ai cittadini, disinformati, illusorie soluzioni.

Nessuno, ad esempio, ha l’autorevolezza per aiutare a fare una distinzione, determinante, tra i costi della politica e quelli della democrazia.
E’ anche triste, attraverso queste campagne demagogiche, sostenute, a volte, da tutti i partiti, costatare come le vittime (noi cittadini) arriviamo a soffrire della sindrome di Stoccolma ammiccando con gli “aguzzini”, dando il nostro plauso, colmo di disinformazione e dettato dalla rabbia e scoramento, verso la politica, quella brutta e quindi dannosa.

Via la scelta dei nostri rappresentanti in Parlamento (Legge elettorale), via un consistente numero di Parlamentari, via il Senato elettivo, via le Province, via i Comuni sotto i 5.000 abitanti, via il finanziamento pubblico dei partiti, nessun coinvolgimento dei cittadini nell’approvare i trattati Europei che poi influenzano, ogni minuto, la nostra vita quotidiana.
Cambiare tutto, in definitiva, per non cambiare nulla, come il Gattopardo ammonisce, ma nel contempo, il vero “cambiamento” di queste pseudo riforme è quello che i cittadini, nonostante la Costituzione, il sistema democratico, contano sempre meno e non scelgono più, come vorrebbe la democrazia, chi li governa per avere modo, indispensabile in democrazia, di premiarli o punirli con il proprio voto.

Nessuno regala nulla, neppure in democrazia, e servono sempre le “lotte” per conquistare i diritti e far rispettare i doveri.
Servirebbe l’impegno di ogni cittadino per far rispettare e attuare la Costituzione.
E’ da quando, come appassionato, faccio politica (1972), che intraprendo, come posso e ne sono capace, rifacendomi a ideali civici e a quelli che ci ha donato la Resistenza, scevra dalla demagogia, lotte.

Sono state tante le sconfitte ma ci sono battaglie che vanno comunque combattute per guardarsi, ogni mattino, almeno nel settore politico e sociale, allo specchio senza farsi schifo.
La conoscenza, senza il potere, è una maledizione, ma nonostante questo non si può restare in silenzio e considerare le cose, come la soppressione, nei fatti, delle Province, come ineluttabili.
Ho ben presente, come cittadino e come Sindaco, quanto sia importante questo Ente e il caos che dovremmo affrontare per la sua soppressione, trasformazione, senza avere, di certo, un risparmio adeguato nella spesa pubblica e soprattutto un miglioramento per i cittadini.
Non sono certo un reazionario e i cambiamenti, oltre a non farmi paura, li ritengo doverosi e li ricerco.
I cambiamenti Istituzionali, però, vanno fatti seguendo le regole dettate dalla Costituzione che già prevedeva, infatti, d’essere modificata attraverso precise e puntuali procedure Parlamentari, spesso disattese.

Siamo arrivati, invece, attraverso dei decreti ad esautorare, di fatto, dal novembre 2011, le Province e sempre attraverso decreti, sia del Governo Berlusconi che Monti, a influire sull’autonomia dei Comuni obbligando a funzioni delegate e con la L.R 21 all’Unione dei Comuni.
Molti ritengono la nostra Costituzione la più bella del mondo ma omettono che è la meno rispettata.
Non ho mai creduto a proteste senza proposte.
Ho alcune idee da approfondire con tutti voi e discutere con i nostri Parlamentari, associazioni ed esperti di diritto Costituzionale.
Non siamo, insomma, sempre con l’aiuto dei cittadini coinvolti, degli sprovveduti e non siamo iscritti al fronte del no a tutto sempre e comunque.
A ben vedere, però, questo astio verso le Province, come se la loro soppressione fosse la panacea di ogni male, nasce da una legittima opinione di un giornalista: Gian Antonio Stella e da un libro; La Casta, che non sono mai stati confutati, con autorevolezza, dalla classe politica che preferisce accarezzare il pelo alla “bestia” piuttosto di svolgere il proprio dovere di guida e indirizzo.
Come cittadino e Sindaco, con il Vostro aiuto, voglio dare il mio contributo, che tra l’altro, in democrazia, è un dovere civico, per non peggiorare la vita dei cittadini e territori e tra questi quelli più deboli come gli abitanti della montagna e lo stesso territorio montano (oltre il 60% del territorio Provinciale).
La Vostra presenza, preziosa, alla conferenza stampa, può affinare le iniziative che desidererei intraprendere per contribuire a far arrivare ai cittadini informazioni corrette e contrastare quella demagogia che da sempre ci danneggia.
Solo le battaglie che non si combattono sono sicuramente perse.
La Provincia è vicina mentre la Regione è lontana. Molto lontana.

L’impegno civico di ognuno serve, è indispensabile, per contrastare una mentalità diffusa:
L’analfabeta politico. Meditiamo su questo elaborato di Bertolt Brecht che considero molto istruttivo.

“Il peggior analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
né s’interessa degli avvenimenti politici.
Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine,
dipendono dalle decisioni politiche.
L’analfabeta politico è talmente somaro
che si inorgoglisce e si gonfia il petto
nel dire che odia la politica.
Non sa, l’imbecille, che dalla sua
ignoranza politica nasce la prostituta,
il minore abbandonato, il rapinatore
e il peggiore di tutti i banditi,
che è il politico disonesto,
il mafioso, il corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.”
(Bertolt Brecht)

Luigi Lucchi
Sindaco di Berceto

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