Signor Presidente, senza retorica mi sono sempre avvicinato alle lapidi che ricordano i martiri della Resistenza con la stessa devozione e sacralità con cui, da credente, mi avvicino all’altare per prendere l’ostia, il Sacramento della comunione.
Penso alle loro sofferenze patite, al dolore della famiglia, delle madri, dei figli e, soprattutto, all’ideale che ci hanno lasciato e che, dopo la guerra, grazie al Popolo italiano ed ai suoi eletti, s’è concretizzato nella Democrazia, nella Libertà e nel Suffragio Universale.
Ora, invece, visto com’è calpesta la Costituzione eziandio dal Governo, dal Parlamento e dalle Regioni ed in particolare come il Popolo italiano sia incline ad accettare tutto, ed anche la limitazione della democrazia, non essendo più chiamato ad eleggere i suoi Parlamentari (vengono nominati da pochi, pochissimi, 5/6 persone) ed accettare perfino un organo di secondo grado come l’Unione dei Comuni, rispetto alla propria Municipalità, mi chiedo: siamo ancora degni di celebrare il 25 aprile? A mio avviso, serve un clamoroso segno.
Lei, prima di “abbandonare” il Quirinale, la prestigiosa carica di Presidente della Repubblica, guardiano della Costituzione, non potrebbe sospendere, tenuto conto della Sua indiscussa autorevolezza morale, per manifestata ignominia di molti se non di tutti, le celebrazioni del 25 aprile visto che non ne siamo più degni? Avrebbe l’effetto salutare, per il bene della verità, nonostante i suoi anni portati benissimo e con grande lucidità, del bambino che gridava, a una folla ipnotizzata dai cortigiani: “L’IMPERATORE E’ NUDO”
Grazie dell’attenzione, cordialmente,
Luigi Lucchi
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.