Luigi Lucchi, lettera al Direttore

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Signor direttore, come dico sempre, nessuno mi ha obbligato fare il Sindaco e lo faccio con entusiasmo, impegno e tenacia.

Sono capitato, nella legislatura che obiettivamente, si svolge nel più brutto periodo che vive il mondo, l’Europa, l’Italia, il Comune dopo, certamente, l’immediato periodo successivo alla seconda guerra mondiale.

Al momento c’è meno fame, per fortuna, ma anche meno speranza. Allora tutti nutrivano tanta speranza e fiducia nel futuro e ogni padre sapeva, percepiva, che il figlio avrebbe avuto una vita migliore della sua. Per tutte le cose, la speranza, la fiducia nel futuro, l’ottimismo, sono un elemento essenziale che porta a raggiungere gli obiettivi, a risolvere i problemi.

Il danno maggiore, a mio avviso, che ha procurato l’attuale classe politica, è quello di aver spento la speranza nella maggioranza dei cittadini. A Berceto, tutti insieme, dobbiamo cercare di tenerla viva, la speranza, e ritrovare voglia di futuro. Proprio ieri ho vissuto momenti di soddisfazione che mi ripagano di tante amarezze, incomprensioni e anche cattiverie che scaturiscono sempre, a mio avviso, dall’ignoranza (voce del verbo ignorare) e dal bruttissimo sentimento dell’invidia, del rancore, anche immotivato. In una bella giornata di sole ho visto tanti operai prodigarsi per rendere più bello e impreziosito il nostro maestoso Duomo, realizzando il selciato di sasso lungo un tratto di strada provinciale sostituendo l’asfalto (il nostro Duomo restava l’unica chiesa di valore storico con l’asfalto che intaccava le mura).

Ho visto, intagliata dal sole, la strada che da Pagazzano, in sette minuti, porta alla stazione ferroviaria di Ghiare rendendo questo bellissimo paese comodissimo per essere abitato tutto l’anno da tanti estimatori. Ho percorso, con il cuore pieno di gioia, il nuovo tratto di strada che utilizza il “vecchio” ponte autostradale sul Grontone e che riduce la percorrenza Pagazzano/Fornovo di 8km. Una strada, come mi dice Nando, attesa dalle persone della Val Grontone, dal 1960, quando s’iniziava a costruire l’autostrada e certamente agognata anche da me tenuto conto che nell’aprile del 1990 (ben 22 anni fa), con il Sindaco Sergio Bettoni e il Vice Sindaco Agnetti Enzo, strappavamo, presso il Ristorante Rino, all’allora presidente dell’Autocamionale, il compianto Adriano Polonelli, la promessa che non avrebbero demolito il ponte, per gli ammodernamenti dell’Autostrada, e lo avrebbero ceduto, gratuitamente, al Comune di Berceto.

Sempre nella giornata di ieri, 7 novembre, ho avuto l’emozione di salire all’ultimo piano della Fornace di Ghiare strappata dalla distruzione e acquisita, dopo cinquanta anni di trattative, al demanio comunale. Un’ulteriore motivo di soddisfazione è stato quello d’essere accompagnato, in questi giri, da un emigrante d’origine di Pagazzano, che m’è venuto a trovare dall’Argentina. Paese in cui s’è laureato in ingegneria, svolto l’attività di professore universitario e membro del Governo essendo stato ex sottosegretario ai trasporti e direttore delle Ferrovie. Ho vissuto bei momenti e sarebbe giusto che ogni abitante del Comune di Berceto ne gioisse anche perché di tutti questi lavori, il cui valore, costo, si può quantificare in circa 1,5 milioni (unmilioneemezzo), al Comune di Berceto pesano complessivamente per 200.000 (duecentomilaeuro): il mutuo di cofinanziamento per realizzare i lavori presso la Fornace di Ghiare costati complessivamente, con aiuti a fondoperduto, 1.050.000 Tutto il resto è merito di tante persone: Vincenzo, Andrea, Gabriele, Antonio, Gianfranco, Giancarlo, Paolo, Settimo, Giorgio, Ovidio, Gigi, Giuseppe, Corrado, Claudio, Francesco, Paolo B, Alberto, Luciano, Nuccio e tanti altri che si appassionano nel sapere di fare del bene a una Comunità che vuole progredire.

L’entusiasmo, la scoperta che fare del bene va stare bene, ancora una volta, permette, a noi poveri uomini, di fare delle cose che sulla carta risultano, per tanti motivi, impossibili. Le idee e la tenacia, oltre la speranza, l’ottimismo, hanno permesso di realizzare opere attese da cinquanta anni nonostante il critico periodo storico. Grazie a tutti coloro che condividono questa mia gioia.

Luigi Lucchi Vescovi Sindaco

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