Lucchi tentato dal riconsegnare la fascia a Napolitano

Politica
luigi lucchi

luigi lucchi

Signor Presidente,
sono a scriverLe ancora una volta come italiano deluso.

In questo accumunato, purtroppo, con tanti altri cittadini che perdono, quotidianamente, la speranza nel loro Paese, nelle Istituzioni.

Scrivo, però, soprattutto come Sindaco sgomento della situazione e del ruolo che il Governo mi impone: gabelliere, “aguzzino” verso i miei concittadini, i miei amministrati.

Dovrei sentirmi obbligato a gettare la spugna, a riconsegnarLe la fascia tricolore di Sindaco usando, nel commiato, male parole quali “arrangiatevi”; io non ci sto ad essere usato contro la gente, contro i miei concittadini che tribolano per mettere insieme il pranzo con la cena, che lavorano onestamente per essere poi “derubati” da uno Stato onnivoro che arriva, ormai, a togliere il pane di bocca a chi lavora.

Non si tratta più, mi creda, di sacrifici che condividiamo e che tutti dobbiamo fare ma arriviamo, invece, a dover lottare per la vita, la sopravvivenza, che è un diritto ben superiore di quello della cittadinanza. L’ideale socialista che preservo nel mio cuore mi induce, prima di chiamarmi fuori, a fare questo ultimo tentativo, di scriverLe, sentendomi parte delle Istituzioni, rappresentando, anch’io, nel mio piccolo, un’Istituzione preziosa come il Comune (non a caso, a mio avviso, la si vuole ridimensionare, toglierla, istituendo le unioni dei Comuni che non sono elettive). Sempre l’ideale socialista, accumunandomi, idealmente con quanti hanno sofferto, sono stati messi nelle galere, sono stati perseguitati e uccisi, mi impone di non abbandonare mai i più deboli, la povera gente, i lavoratori, quanti subiscono delle ingiustizie e allora, indipendentemente che resti Sindaco o mi dimetta o sia destituito, resterò sempre nel campo di chi ha fame e sete di giustizia. Basterebbe leggere” L’Avanti”, il libro di Ugo Intini, recentemente pubblicato, per fortificare un ideale che è insito nell’animo umano, nella nobile condizione d’essere uomo e che per restare tale è impossibile rinunciare. Non voglio dilungarmi in queste mie introspezioni che cito solo per farLe sapere che non sono un qualunquista e che credo nel primato della Politica, la bella Politica. Debbo rivolgermi direttamente a Lei perché sul territorio, nelle circoscrizioni elettorali, è saltato tutto e come ben può capire i Parlamentari non sono più minimamente interessati, venendo nominati e non eletti, ai cittadini, al territorio. Sono perfino indotto a non ricordare il loro nome tanto li senso lontani, assenti, dai problemi reali.

Voglio illustrarLe un caso reale che al momento, anche perché ci sono molti amministratori locali pavidi e ignoranti, non trova la giusta risonanza. Le parlo di una nuova tassa, voluta dal Governo: la TARES che sostituisce la Tarsu istituita dal D.Lgs. 15/11/1993 n. 507, e per chi l’aveva applicata anche la TIA tariffa integrata di igiene ambientale (art. 49 del D.Lgs n. 22/1997 e dal D.P.R. n. 158/1999).

Ebbene l’applicazione di questa nuova tassa comporterà un notevole aggravio per tutti e le maggiori entrate, pur essendo una tassa tipicamente comunale, saranno sottratte, ai Comuni, dal Governo che ridurrà d’imperio tale importo dai già esigui trasferimenti statali ai Comuni. Conferma, insomma, che i Sindaci sono utilizzati come gabellieri dallo Stato e ritrovano svilito il loro ruolo di eletti dai cittadini per tutelarli, difenderli come vorrebbe, invece, la Costituzione. Dal 1° marzo 2010, a Berceto, tornando a gestire, come Comune, direttamente, il servizio con l’ausilio di una cooperativa sociale, che tra l’altro da lavoro a tre giovani del posto, siamo riusciti a fare il servizio porta a porta e soprattutto a raggiungere percentuali di raccolta differenziata superiore al 50% . Un servizio a gestione comunale pagato interamente e direttamente dai cittadini com’è giusto e come vuole la Legge. Abbiamo cercato, per mantenere le tariffe basse, di far pagare tutti combattendo elusione ed evasione e stabilire alcune categorie, ad esempio autogrill autostradali, che pagassero secondo la loro ingente produzione. Abbiamo chiesto, risultando credibili, un aiuto ai proprietari di seconde case (prevalentemente emigrati e bercetesi d’origine) che pur usufruendo del servizio poche settimane l’anno pagano quanto i residenti. Parlandone con i cittadini abbiamo cercato, con il loro consenso e comprensione, d’essere equi e ci siamo, in gran parte, riusciti visto che i cittadini sono molto più intelligenti, comprensivi e disponibili, se coinvolti e informati, di quanto ritengono gli attuali “politici”. Adesso con la Tares cambia tutto. Facendo un’emulazione con i miei dirigenti e tecnici, ad esempio, constato che le agenzie delle banche presenti nel mio Comune passano da 600 (seicento euro) di media con la Tarsu, a circa 200 (duecentoeuro) con la Tares. Gli autogrill da 4.000 (quattromilaeuro) -hanno una straordinaria produzione di rifiuti- con la Tarsu a circa trecentocinquantaeuro con la Tares. I ristoratori, invece (unica fonte d’occupazione del mio Comune) da circa 1.500 (millecinquecentoeuro) con la Tarsu a 4.500 (quattromilaecinquecento) con la Tares.

Può sembrare poca cosa e invece nel giro di un anno queste attività andranno ulteriormente in perdita e chiuderanno e il mio Comune morirà. Ho potuto vedere, essendo un Sindaco che vuole conoscere, toccare con mano, i conti, il bilancio, del ristorante più frequentato del mio Comune e gestito da due fratelli. Ebbene hanno avuto, nel 2012, una presenza difficilmente ripetibile, un record di clienti essendo stata, per fortuna, anche una buona annata per i funghi che è il motivo del loro successo. Un incasso, quindi, eccezionale. Ebbene da questo incasso tolto il costo del personale, i contributi previdenziali, le bollette di luce, gas, acqua, tasse insegne e altre miriadi di gabelle appioppate, in Italia, a chi lavora, oltre le tasse, sono rimasti, per i due titolari che lavorano mediamente 18 ore al giorno per sei giorni la settimana e per 11 mesi l’anno ben 14.400 euro da dividere per due. Sono rimasti 600 euro al mese.

Queste persone, questi imprenditori, questi titolari di un’attività piena di rischi sono remunerati a 1,38 euro l’ora. Li credo e sono degli schiavi. Hanno meno diritti degli schiavi. Uno Stato democratico può avere la schiavitù? Ebbene con i 3.000 euro d’aumento con la Tares, che il loro Sindaco, il loro Comune, gli applicherà, per conto dello Stato, nel 2013, auspicando che possano ripetere una stagione eccezionale come quella del 2012 e tornino a nascere abbondanti i funghi, non si ammalino neppure un giorno questi due “cittadini”/schiavi si vedranno remunerare 1,09 euro l’ora. I cittadini cinesi inorridiscono e potrebbero indurre il loro Presidente, in un’ipotetica visita in Italia, a porre, con forza, il tema del rispetto dei diritti civile a Lei o al Suo successore. Vorrei, senza disturbarLa, come Sindaco, disattendere questa ulteriore vessazione dello Stato ma non posso per due motivi pratici:
a) Lo Stato toglie gli equivalenti di questi aumenti al Comune di Berceto e pertanto mi troverei nelle condizioni di togliere quel poco di aiuto che diamo ad altre categorie deboli, indigenti o alla scuola, al trasporto scolastico ecc.
b) La responsabilità, con questa disubbidienza civile che saprei assumermi non temendo neppure la galera per l’ideale di giustizia, ricadrebbe soprattutto sulla segretaria comunale, la ragioniera, il responsabile del servizio ambiente ulteriormente coinvolti, nelle responsabilità amministrative, con la Legge 213 del 7 dicembre 2012

Come può intuire ho le mani legate ma posso assicurarLe, senza aver per nulla piacere di erigermi a eroe, che farò tutto quanto è possibile di non violento per far emergere nell’opinione pubblica, sulla stampa, queste ingiustizie, questi comportamenti che portano alla fame (non figurata) molti italiani e fanno chiudere attività. Tolgono, insomma, la voglia d’impegnarsi, come imprenditori, per la crescita del nostro Paese.
Che ne dice, signor Presidente, di un Sindaco che per protesta si mette in mutande davanti al Quirinale?
Ringrazio per l’attenzione.

IL SINDACO
(Luigi Lucchi)

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