Berceto comune più indebitato d’Italia

Attualità e Società Politica
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Dopo la diffusione dei dati consolidati 2008 da parte del Ministero dell’Interno, preposto al controllo dei bilanci degli Enti Locali, Berceto, risultando il Comune più indebitato d’Italia, è salito, si fa per dire, agli onori della cronaca Nazionale e le domande più ripetute, al Sindaco; Luigi Lucchi, raggiunto da diversi giornalisti, sono:

Il suo Comune è il Comune più indebitato d’Italia come mai?

Il Comune di Berceto, in effetti, stando ai dati del Ministero dell’Interno riguardo al bilancio consultivo del 2008, ha un monte mutui, contratti per oltre il 95% nel periodo tra il 1998 e il 2008, di E. 10.412.007,00 e questa somma divisa per il numero degli abitanti di allora 2.266 (ora siamo 2.197), porta a un “debito” pro-capite di E. 4.595
Ben superiore quindi alla media provinciale di E. 1.056
I cittadini di Sorbolo, ad esempio, hanno un debito pro-capite di E. 339 A questa somma tanto elevata, rispetto la media provinciale, purtroppo, sono da aggiungere circa 1.600 euro, sempre pro-capite, per ricomprendere diversi milioni di entrate problematiche previste nei passati bilanci consuntivi.
Il debito per ogni bercetese è ben superiore, quindi, a quei Comuni portati negativamente ad esempio, in Europa, per i loro debiti: Milano un debito pro capite di 2.782 euro, Napoli (2.739), Genova (2.735) e Ancona (2.085). Debito pro-capite, quello del Comune di Berceto, che si somma ai 28.000 E. che ogni cittadino italiano ha causa il debito pubblico dello Stato. Tutto questo è avvenuto per diversi motivi, stando alla disamina della documentazione ufficiale del Comune.
Si sono fatti mutui (guardate bene che io ritengo i mutui investimenti, perchè lo sono, se usati correttamente) per poi cedere, anche gratuitamente, le opere realizzate e mi riferisco alla rete idrica e fognaria (ceduta a Montagna 2000 cui i cittadini di Berceto pagano, però, circa E. 420.000 per le bollette acqua e depurazione l’anno) o vendere, mantenendo in carico i mutui e perdendo, però, le entrate, come per la rete del gas di Berceto e Ghiare. In questo settore, nonostante la vendita della rete principale, si sono accesi, a completo carico del Comune, altri mutui per ampliare la rete del gas, come nell’area produttiva di Cattaia, per lasciarla in uso, gratuitamente, alla multinazionale che fattura direttamente agli utenti bercetesi incassando le bollette per il consumo del gas. Questi ampliamenti, quindi questi costi, stando ai contratti sottoscritti, dovevano essere a carico della società acquirente. Succede al Comune, infatti, quello che succederebbe a un semplice cittadino che acquistasse una casa con un mutuo per poi regalare la casa o affittarla gratuitamente continuando lui a pagare le rate del mutuo e indebitandosi, addirittura, per poterlo farlo, per onorare il suo impegno. Se fossero stati tolti, al momento delle cessioni delle infrastrutture (rete acquedotti, rete fognaria e depuratori e rete del gas), correttamente, i circa E. 3.000.000 di mutui si arriverebbe a un debito pro capite di
E 3.270 che resterebbe comunque sopra la media perché le mancate entrate, per oltre un decennio, hanno indotto il Comune a fare ulteriori debiti oltre ad accumulare diversi milioni di entrate problematiche e sborsare, inoltre, circa E. 150.000 annui per far fronte alle rate dei mutui che non dovrebbero più essere in carico al nostro Comune, al nostro bilancio. Quanti milioni d’entrate si sono bruciate? Diversi milioni. La parola che uso è forte, ma è vero che ci siamo lasciati rubare in casa da tutti a iniziare da chi svolgeva la raccolta e smaltimento rifiuti che fatturava la quantità di rifiuti, per abitante, superiore, quasi del doppio, alla media Regionale e del doppio rispetto ai 270kg. di rifiuti per abitante pattuiti e sottoscritti nella convenzione tra Comune e Comunità Montana. Debito fa debito e soldi fanno soldi è un detto delle mie parti. Io, poi, personalmente, tocco con mano la veridicità di questo proverbio proprio per le mie note vicende.

Non è tentato, signor Sindaco, di gettare la spugna tenuto conto dei tanti problemi che può avere, oltre questo debito, un piccolo Comune di montagna che si spopola ogni giorno di più?

Non ci penso neppure di abbandonare la nave in difficoltà. Sarebbe da vigliacchi. Berceto è il mio paese e i miei amministrati sono la mia gente, il mio “popolo”, li conosco uno a uno, conosco le loro tribolazioni, le loro fatiche, i loro sogni. Come potrei mandare tutto a rotoli magari solo per avere una stupida rivalsa politica verso quanti hanno amministrato in passato. Le rivalse le lascio alle persone piccole, piccole. Io e i miei consiglieri dobbiamo essere seri e determinati per superare questa situazione. E’ il nostro paese, la nostra terra.
Come si potrebbe per ripicca lasciarlo morire se si ha rispetto dei nostri vecchi che lo hanno costruito, reso bello e importante
Non è il momento di addossare colpe e dividere il paese che deve essere, al contrario, molto unito. Non per presunzione, in questo caso, ma sono certo che in questa sfida che voglio vincere, che dobbiamo vincere tutti, nessuno, di quanti s’interessano di politica a Berceto, saprebbe fare meglio della mia Amministrazione, dei miei consiglieri e assessori. Nessun bercetese, poi, è tenuto a distanza, si può chiamare fuori. Tutti sono chiamati a spegnere l’incendio della casa che brucia. Ho esperienza, coraggio, tenacia, fantasia e tante persone, in tutta Italia, che mi stimano, che sanno che il mio impegno politico e amministrativo nasce per passione sono disponibili, se possono, ad aiutare Berceto. Sono disponibili, indipendentemente dalle loro idee politiche, come la Presidente Irene Pivetti, a concorrere per trovare delle soluzioni e non perdere le occasioni di sviluppo. A ben vedere, per chi crede nella politica, la sfida è entusiasmante e la crisi economica, oltre a quella della finanza pubblica dell’Italia ed Europa, può addirittura aiutare. Siamo obbligati, infatti, a scelte coraggiose. Scelte che andrebbero fatte, per raggiungere per davvero il bene comune, da tutti quelli che amministrano. Essendo scelte difficili, quelle che vanno obbligatoriamente fatte, se non s’è obbligati, si rimandano, si tralasciano, si tira a campare per il quieto vivere. Non si fanno mai. Noi siamo, lo ripeto, obbligati e con tutti i consiglieri e assessori facciamo scelte difficili ogni giorno. Abbiamo iniziato da subito farle. Non abbiamo cancellato nessuna idea del programma di rinascita del Comune di Berceto . Ci sono tante difficoltà finanziarie che si sommano a quelle Nazionali, Regionali e Provinciali ma anche tante cose da fare, tanti bisogni reali da soddisfare. Tante risorse da far emergere a iniziare dalla stupenda risorsa umana di quanti abitano o frequentano il Comune di Berceto. Dobbiamo porci un obiettivo comune e raggiungerlo. Quando la gente è unita e vuole nessun obiettivo è irraggiungibile. E’ il mio credo di politico e di amministratore.

Che cosa farete. Come affrontate questa situazione?

Intanto cercando di non peggiorare le cose. Non fare gli stessi errori che evidentemente, essendo stati fatti per decenni da amministratori di diverse colorazioni politiche , sono facili da fare nelle pubbliche amministrazioni. Trarre esempio dagli errori del passato per evitarli per farne meno possibile. Chi fa, infatti, sbaglia, chi non fa non falla. Non abbiamo aderito, ad esempio, all’ASP (Azienda Servizio alla Persona) con la casa protetta Gino Cavazzini e abbiamo preferito usufruire della Legge regionale sull’accreditamento. Questa scelta, molto criticata dai politicanti del comprensorio che sfruttano, da sempre, Berceto, ha permesso, però, di ridurre subito parte delle difficoltà finanziarie e incassare, il 30 aprile 2010, E. 2.600.000 S’è cancellato, oltre a parte dei debiti, anche il rischio del commissariamento causa dichiarazione di dissesto finanziario. Da oltre otto mesi non siamo più in anticipazione di cassa, non abbiamo “scoperti di conto”, e abbiamo risparmiato circa E. 30.000 d’interessi. Da anni Berceto raggiungeva un monte anticipi annuo elevato, oltre E 700.000 e su questi, ovviamente, pagava interessi. Questa somma risparmiata (E. 30.000), quest’anno, l’abbiamo utilizzata per gli studenti e per i giovani. Le scuole e i giovani sono il nostro capitale per avere un futuro .Dobbiamo arrivare alla scuola d’eccellenza Ghiare e Berceto. Cerchiamo, inoltre, di non farci più “rubare”, per la raccolta e smaltimento rifiuti, e abbiamo costatato, dati certi, che i bercetesi non sono, nella realtà, i più grandi produttori di rifiuti al mondo come risultavano dalle fatture pagate, per decenni, alla Comunità Montana. Vogliamo, inoltre, tornare in possesso, legittimamente, come Comune, delle bollette dell’acqua che pagano i cittadini di Berceto. Vi pagano, per ironia della sorte, su queste bollette, spese d’investimento che sono di tutti i Comuni della Comunità Montana tranne che di Berceto visto, come ho detto, che E. 2.000.000 di mutui sono a carico del Comune senza avere le entrate delle bollette che vanno a Montagna 2000. Una responsabilità grave dell’ATO (ambito territoriale ottimale) che non s’è voluta sanare neppure con un compromesso che avrei accettato. Non mi sento, infatti, votato, a fare il barricadero ma a realizzare fatti concreti. Siamo sostenitori dell’acqua in mano pubblica. Contrari alla privatizzazione di questa risorsa vitale per l’uomo. Non vogliamo, poi, aumentare le tasse e le tariffe per non gettare nell’indigenza tante persone ma battere, come stiamo facendo, l’elusione e l’evasione dell’ICI e della tassa rifiuti. Ampliare la base impositiva. Pagare tutti per pagare meno. Se vittoriosi in questa battaglia che non porta certamente, al momento, consensi, ma è un atto di giustizia verso quanti hanno sempre pagato il giusto, arriveremo, addirittura, per dare un segnale positivo, un incentivo, ad abbassarle nei prossimi anni. Vogliamo trattare con più giustizia anche i proprietari delle seconde casa che amano Berceto e sono chiamati, dall’Amministrazione, a concorrere al suo sviluppo e benessere. Non sono e non li consideriamo dei ricconi. Tanti di loro sono bercetesi che sono stati costretti, per lavoro, ad andare nelle città o all’estero. Una piccola, piccolissima riduzione, purtroppo, ma indicativa per accrescere un rapporto che deve essere di serietà con il cittadino contribuente. Queste situazioni precarie e addirittura un programma di rilancio, come vogliamo e come serve, per tutto il territorio Comunale, non sono neppure immaginabili se non c’è serietà. Se il Comune non da l’esempio. Se non è coerente. Se non cambiamo, come vogliamo fortemente, da Comune a Comunità, a grande famiglia. Dobbiamo, poi, continuare nella lotta allo spreco. Anche un piccolo Comune, per lassismo, mentalità, ha tanti sprechi. Questi sprechi non possiamo più permetterceli. Altra cosa che perseguiamo nel 2011 è un miglior rapporto con tutti i fornitori. Vogliamo pagare di meno ma pagare subito. Infine gestire meglio e valorizzare il patrimonio comunale che al momento neppure è censito e molto non risulta neppure a catasto intestato al Comune. Facendo tutto questo, statene certi, acquisiremo una nuova mentalità, come Comunità, e avremo un rapporto migliore con l’UE, il Governo, la Regione e la Provincia e con tutti gli altri Enti. Molti di questi Enti li consideriamo inutili, pozzi senza fondo per distruggere risorse pubbliche, e ne usciremo sempre attraverso, però, un referendum popolare. Lo sviluppo, poi, come tutti sanno, si ottiene con progetti moderni, corretti, ambiziosi e fatti prima di altri. Progetti Europei. Un moderno parco progetti per concorrere a tutti i finanziamenti dell’Unione Europea. Questa situazione finanziaria, in definitiva, ci stimola. Non tutto il male viene per nuocere.

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