Simon e Garfunkel

Musica
copertina

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Ho cenato pensando a tante cose. Intanto, su Ostia cade una notte nera, senza stelle.
Vado a dormire. Sono passate alcune ore e non mi sono ancora addormentato.
Mi alzo. Vado in sala da pranzo. Davanti a me un tavolo ingombro di giornali e riviste spiegazzate.
Certo, Gabriele, il grande, non è molto ordinato.
Fa caldo. Ho bisogno d’aria. Mi alzo e apro la finestra. Dalla zanzariera entra aria umida e calda che porta odore di mare.
Mi costringo a farne una grande riserva, ma l’aria non scaccia il senso di ansia che sento in petto.
Troppe ingiustizie, troppa violenza nel mondo.
Ricado sulla sedia. Prendo un giornale e lo sfoglio. Non riesco a leggere, non riesco a mettere a fuoco le parole.
Lo getto sul tavolino e ritorno a osservare il pavimento.
Mi trasferisco in cucina. Osservo un angolo tra il soffitto e le pareti. La mia attenzione è attratta dall’orologio sulla parete.
Sono le tre del mattino appena passate. Non ho sonno. Il mio respiro si è fatto più lento e pesante.
Vorrei dormire. Chiudo gli occhi e appoggio la testa sul tavolino. Mi appisolo.
Forse, quando risveglierò, scoprirò di vivere in un mondo meno egoista e inquinato.
Per un attimo mi trovo a pensare al lavoro.
Sento ancora chiacchiere, pettegolezzi soffocati, gemiti, sospiri, le porte dell’ascensore che sbattono, un dirigente che impartisce ordini in burocratese.
Riapro gli occhi.
So che cosa devo fare. Mi guardo attorno, con il cuore che mi batte in petto.
Alla mia sinistra c’è il porta-dvd. Lo apro e trovo quello che cerco.
Afferro il dvd del Concert al Central Park del 1981 di Simon e Garfunkel e torno in sala da pranzo.
Mi fa male la gola e mi bruciano gli occhi, ma non importa. Inserisco il dvd nel lettore.
Mentre lo vedo, ripenso al concerto che Simon e Garfunkel hanno tenuto al Colosseo.
Sì, il 31 luglio 2004, tra la moltitudine di persone accorse ai Fori Imperiali per il primo concerto di Simon & Garfunkel in Italia, c’ero anch’io.
Ricordo. E’ stato una grande emozione.
Infatti tutto è cominciato e finito con un’emozione, un brivido, una sequenza di note che ti sono entrate dentro, liberando sogni antichi in armonia con il tuo passato, con quello che ora sei diventato anche grazie a loro due: Paul Simon ed Art Garfunkel, che la musica l’hanno davvero amata, nell’arco della loro parabola di vita.
Al concerto c’era una folla sterminata.
E loro lì davanti a cantare e a regalarci emozioni, mentre alle loro spalle il Colosseo, che sta in piedi da duemila anni, con ostinata bellezza sembrava anche lui perso in quelle struggenti note, rapito anche lui dal “suono del silenzio” dei due menestrelli che, per noi che li amiamo da sempre, sono sempre i Simon ed i Garfunkel del “Concert al Central Park del 1981”, come le loro canzoni, che sono rimaste eternamente giovani nello spirito, nei testi e nella melodia.
Del resto loro sono la coppia più famosa nella storia del pop, una delle più note del Novecento e hanno celebrato la loro amicizia lunga quasi 50 anni con il tour di riunione, “Old friends” (“Vecchi amici”) che ha preso il nome dalla canzone con cui hanno aperto il concerto al Colosseo.
Si è detto molto sul loro sodalizio, i maligni dicono che in realtà abbiano litigato e siano tornati insieme solo per i soldi.
Può darsi, ma allora sono dei bravi attori, perché sul palco l’intesa è stata enorme, un inno alla solidarietà umana.
Le ultime suggestioni di una notte romana di afa e plenilunio sono state la filastrocca “Cecilia”, la lirica “The boxer” e la festosa “The 59th St. Bridge song”.
Ricordo. Si sono spente le luci, ma non sono taciute le voci.
E’ restato nel cuore proprio quell’emozione, che è il principio e la fine di tutto.
Torno al letto.
Sono le cinque. Simonetta dorme, non si è accorta di nulla.
Arriva il sonno e io mi lascio prendere. Sogno cose che non ricorderò.

Scritto da Mario Pulimanti

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