Finalmente dopo una settimana intensa di lavoro riesco a dare anch’io il mio contributo sull’iniziativa di sabato sul turismo.
Credo in cuor mio senza peccare di presunzione di poterne parlare a viso aperto di questo argomento non solo perchè è stata materia di studio della mia tesi di laurea, ma anche perchè ragionare sul tema, occupa gran parte del mio tempo libero.
Cercherò quindi in queste poche righe di riassumere il mio punto di vista (il meno tecnico possibile) senza fare una cronologia dell’evento.
Di gente effettivamente ce n’era e questo dimostra quanto sia interessante parlare di turismo ma sopratutto quanto sia nel cuore della gente la ripresa di questa valle, ormai diciamocelo con sincerità, in totale declino. Forse molti come me erano venuti li con l’intenzione di raccogliere informazioni, spunti e magari ascoltare anche i punti di vista dei tecnici, non i soliti politicanti che riescono a vendere aria fritta per delle ore intere senza mai dire o concludere nulla.
Debbo dire, con tutta la sincerità del caso, che non mi aspettavo un intervento così controcorrente del prof Maresu; controcorrente nel senso che usciva dagli schemi mentali che sino a d’ora mi ero imposto dopo aver ascoltato l’incensazione di assessori e progetti in atto. La battaglia più forte secondo me, si è diciamo così, combattuta sul fungo. Sulla scia dei suggerimenti del prof vi pongo questa domanda: quante persone scrivono su google la parola fungo??? Io credo poche anzi molto poche.
Confrontandomi con un amico commerciante però la sua risposta è stata differente dalla mia. Punti di vista. Io invece credo che il fungo non debba essere ne il re ne il protagonista di questa valle. Il protagonista o i protagonisti devono essere le sensazioni, le emozioni non un fungo. Uno mi potrebbe giustamente dire che anche a tavola si provano delle sensazioni…e allora a quel punto mi farei una sonora risata…Dobbiamo secondo me uscire dallo schema mentale quadrato, che la gente pensa solo a mangiare. I prodotti tipici pur fantastici che siano debbono essere un corollario di un ambiente incontaminato, di tramonti indimenticabili, di forti emozioni. Lo sviluppo della montagna se si vuole affacciare al mondo del turismo deve ragionare sulla sua eco sostenibilità. Voglio porvi un esempio che feci all’incontro…cos’è la prima cosa che visivamente vede il turista appena entra in ogni paese della valle??? Provate a pensarci…ve la suggerisco io…la sua zona industriale!!!
Se riflettiamo notiamo che ogni paese dell’alta valtaro ha il suo ingresso nella zona industriale…L’osservazione che mi può essere fatta è che le fabbriche danno lavoro…nessuno dice il contrario ma dato che offrono lavoro e quindi non possiamo ovviamente cancellarle, lo do io un suggerimento…oscuriamo la visuale dell’ignaro turista con dei cespugli…una cosa sema! Sono le cose semplici di cui ha bisogno questa valle. Bisogna prima ancora di vendere la scatola, costruire il contenuto e, su questo secondo il mio discutibile punto di vista siamo indietrissimo. Non per colpa degli attori direttamente interessati, quali commerciarti artigiani ecc., ma per colpa di scelte politiche errate che hanno portato la valle in questa situazione. Ecco perchè da più di un anno a questa parte ho deciso insieme ad un gruppo di amici studenti universitari e laureati di costruire un progetto di alta valtaro…una sorta di progetto sul come vogliamo la valle dove abitiamo…improntato sull’ambiente e sulla costruzione di uno sviluppo sostenibile delle imprese.
Noi abbiamo deciso di metterci in gioco e di riflettere su tutti i punti che possono emergere dal confronto con tutti gli abitanti della valle. Tutti voi siete invitati a collaborare con noi, l’importante è che si abbia ben in mente il traguardo che vogliamo raggiungere…cioè salvare dallo spopolamento e dal degrado il luogo in cui abitiamo. Il saggio dice…prima di ragionare sul turismo bisogna aver fatto per almeno una volta in vita propria il turista…ohhhmmm
Scritto da Michele