Già il fatto che solo con un giorno d’anticipo ne è stata data la notizia sul portale turistico di Parma potrebbe bastare a spiegare come l’incontro svoltosi presso la Comunità Montana valtarese abbia voluto essere poco social e anche poco network oriented.
Fortunatamente un amico ben introdotto e preparato in materia, che vi relazionerà presto, mi ha invitato.
Sfortunatamente i dati di mesi di studio sul campo non sono stati mostrati, ma solo raccontati, nel più classico stile “c’è poco tempo diciamo banalità”.
Peccato, occasione e tempo sprecato. Anzi, la sintesi è presto fatta.
Spesso, anche leggendo queste pagine, vi sarà capitato di capire che la valtaro e la valceno hanno un’impostazione di tipo turistica.
Deriva prima di tutto dal tam-tam politico, mediatico, strumentalizzato, che si è imposto negli anni.
Trainato dall’afflusso, specialmente nel periodo estivo, di molti emigranti della zona che tornavano, spesso arricchiti, nel paese nativo, si è avviato il carrozzone della “valle turistica”.
Questo è stato per decenni ma, con il passare delle generazioni, sempre meno lo si vede verificarsi oggi.
Ne sono riprova i pochi alberghi, la scarsa ricettività della zona: inutili in quanto il grosso dei “turisti” aveva parenti, case e amici in loco.
Unica nota interessante che mi sento di segnalare in una mattina di banalità sotto il segno del fungo porcino IGP, dell’ippovia (fortunatamente non si è parlato di pista ciclabile) e della gastronomia nostrana, un concetto altrettanto semplice: perchè un turista dovrebbe venire in valtaro e valceno?
Cosa trova da noi che non trova altrove? Che non può fare a casa propria?
La maggior parte di chi leggerà non avrà una risposta. Alcuni non ne avranno una univoca.
Emozioni! Sensazioni! Unici dogmi che noi tutti seguiamo.
Cerchiamo.
Non è certo il mangiare il fungo porcino igp in in nostro ristorante.
Perchè in buona parte del mondo lo si puà mangiare.
Non è fare un giro a cavallo, più o meno lungo, nella nostra valle che un milanese cerca.
E’ vivere delle emozioni e vedere cose che non trova altrove.
Ritrovare lo stupore del camminare in un paese e meravigliarsi, stare bene, vivere meglio del posto che si è lasciato.
Come quando si visita Lugano e tutto sembra ordinato, al giusto posto, controllato, pulito (anche se magari non lo è).
Direste lo stesso percorrendo la valtaro o la valceno?
Guardate con gli occhi del turista e proponete, fate le domande ai politici, chiedete risposte e fatti.
Ah, vi prego, basta sprecare risorse in queste ricerche, con i soliti politicanti locali e le solite frasi prive di fatti.
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Gli inviti sono stati fatti in un modo alquanto stravagante, visto che se non ci fosse stato il passaparola molti nn ne avrebbero saputo nulla. E’ stato annunciato che i costi del Convegno sono stati pari a zero. Non è che è stato un piccolo investimento per “catturare” i 900.000 euro che Soprip investirà nei prossimi 4 anni nel settore?
Ci sono domande alle quali, anche io, non so rispondere 😉
A costo zero mi è sembrato di capire che non è stato il convegno ma una parte della raccolta dati (o della ricerca svolta).
Attendo che i dati vengano pubblicati o resi disponibili perchè mi interessano molto.
No guarda, è stato chiaramente detto al microfono da uno degli organizzatori, che gli invitati non hanno voluto nulla e che tutto si è risolto con l’offerta del pranzo. Vero, che una parte della raccolta è stata gratuita, solo che non si capisce quanto è durata. Nei vari manifesti ( internet, provincia, mail e anche al convegno ), si passava da sei a quattro mesi poi ancora sei e così via. Come se due mesi fossero un nonnulla.