Per costruire, realizzare un programma d’eccellenza per il cambiamento di un intero comune; Berceto, serve costruire su basi solide.
Individuare i punti di forza ma anche di debolezza.
La comunità di Berceto da diversi anni non è aiutata dalla politica, pressoché assente, a discutere, immaginare un futuro, tenere conto, superando l’individualismo del bene comune.
Questo, a mio avviso, è il problema più grave perché i suoi effetti non solo determinano l’impoverimento dell’intero comune, l’incapacità di cogliere le tante opportunità, ma si riversano nella quotidianità riducendo e non poco la qualità della vita di ognuno.
Non c’è più il sorriso sulle labbra dei bercetesi.
Gli amici, appena possono, rivolgono una critica, mai un complimento, un apprezzamento ed è, quindi, immaginabile cosa possono dire e pensare coloro che amici non sono.
Non è un fenomeno, questo, di oggi, tenuto conto, infatti, che già il 26 giugno del 1994, con la presenza di Emanuela Barilla e don Antonio Mazzi, era stato inaugurato, unico al mondo, il monumento alle vittime del pettegolezzo e dell’invidia che erano e sono tante nel Comune di Berceto.
Nel Duomo di Berceto, probabilmente unico caso nella Chiesa cattolica, il Prevosto, anche per non portare all’assuefazione del gesto e sminuirne il significato profondo, molte volte fa omettere il segno di pace, lo stringersi la mano.
Le critiche politiche sono sempre intese, poi, come affronto personale e coinvolgono i famigliari.
Diventano faide e ferite non sanabili.
In questa situazione sociale, meglio del tessuto sociale, per un politico che vuole per davvero cambiare le cose e realizzare un grande programma di cambiamento, sono indispensabile cercare di migliorare, trasformare il clima, i rapporti interpersonali.
A volte una buona giornata inizia con un sorriso, un saluto caloroso ricambiato. Per questi motivi una delle manifestazioni che cerco di curare al meglio è quella di domenica 7 dicembre, alle ore 20,30 presso il pub.
Ho indetto e organizzato, infatti , la prima festa di auguri che coinvolge un intero paese, un intero comune.
Invito, infatti, tutti i miei compaesani per uno scambio, appunto, di auguri, per stare in compagnia, per cercare quella serenità che si trova solo nell’essere in relazione con gli altri.
Nel volersi bene.
La serata sarà animata dal coro Madonna della Mercede che canterà i canti di Natale e anche Mia cara Amata Terra del compositore bercetese Luigi Olari.
Durante la serata, poi, il prof Angelo Galloni, bercetese e figlio di pastori, parlerà degli usi di questi umili lavoratori che però sono stati i primi a vedere Gesù e a rendergli omaggio nella grotta di Betlemme.
Una festa che non ne ha di eguali e che può servire, per davvero, a migliorare la convivenza tra tutti noi bercetesi.
L’inizio di un lungo cammino di cambiamento.
Scritto da Luigi Lucchi
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