Tesori dimenticati PT.2

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Castello di Varano Melegari…prosegue da “Tesori dimenticati” scritto da Cagliostro:

Il traffico completamente deviato dal centro verso la periferia, in linea d’aria 100 metri, lascia immaginare la tranquillità del luogo. Vi assicuro che questo è il vero paese slow, altissima concentrazione di contadini e allevatori, silenzio di tomba, una macchina ogni mezz’ora, e centro storico silenzioso…quasi come il pasese fosse addormentato per la pennichella del dopo pasto. Chiediamo quindi dove potevamo trovare il castello di Pellegrino; un giovane con aria bonaria ci indica la collina…arrivati a pellegrino all’incrocio che deviava il traffico da fuori il paese non ci eravamo accorti di avere una collina verdissima sulla sinistra con sopra questo castello. Decidiamo quindi data la tranqullità di fermarci in uan piccola trattoria; finalmente troviamo i primi turisti, un gruppo di 10 motociclisti tedeschi che si erano fermati per pranzare. Il paesino cresciuto completamente sotto il castello è veramente una piccola perla di calma e tranquillità (consiglio di andarlo a visitare per passare una giornata nel silenzio e nella pace). Entriamo in questa trattoria e ordiniamo da mangiare; la cameriera una ragazza carina di evindenti origini dei paesi dell’est ci prende subito in simpatia, dicendo che non vede molti giovani da quelle parti; ci racconta che lei è di Varano Melegari e che il turismo di quel paese è pressochè assente se non qualche tedesco che passava di li per mangiare e farsi due passi in un borgo addormentato. Mangiamo in fretta e furia per andare vicino al castello o ancora meglio per cercare di entrarvi, per fare una visita. Parcheggiamo la macchina tra una sorta di fattoria abitata per metà da tedeschi per metà da persone del posto che fanno gli agricoltori; guardiamo la cancellata chiusa cercando almeno un cartello che ci spieghi qualcosa ma niente…nulla…il vuoto…allora nel far manovra per tornare indietro incontriamo l’abitante del posto che dopo averci farfugliato qualcosa di incomprensibile ci ha detto che non ci si poteva andare e che lui non sapeva niente…mah…ripartiamo per la volta di Bore…il paese sviluppatosi immagino lungo la strada provinciale ha la fortuna di avere sempre un aria frizzante e fresca…una manna per le nostre calure estive. Decidiamo anche qui di arrivare alla rocca consigliataci da quelli del comune; nessuna indicazione; la gente non sapeva nulla…mah….affranti decidiamo di ripartire per Varsi per andare a visitare il famoso nonchè spledido castello di Golaso. Partendo dal presupposto che tutti quelli a cui abbiamo chiesto indicazioni evidentemente o erano fuori o non erano del posto (sempre la mia solita fortuna) per arrivare a Varsi siamo dovuti giungere sino a Bardi poi proseguendo lungo il ceno andando nel verso della corrente siamo giunti al paese. Non sapendo dove andare chiediamo a due operatori ecologici che molto gentilmente ci hanno indicato la strada in modo preciso ed esatto; apro una piccola parentesi perchè non ho voglia di rinserirla di sopra; quando chiesi a questi comuni indicazione loro mi dissero che o non l’avevano o avevano l’ufficio turistico chiuso alò quale chiedere informazioni!MAH! Tornando al castello di Golaso giungiamo sul luogo. Era magnifico, e anche se aveva la parvenza di una tenuta agricola medievale piuttosto che di un castello decidiamo di seguire il consiglio dell’operatrice del comune e di andare a chiedere se potevamo fotografare il posto. Entramo in questa tenuta…ero emozionato lo giuro…entrare nel cortile, tra quelle mura un tempo abitate nella storia mi intimava un vero senso di rispetto. Chiedo ad una signora presente nel cortile se potevamo fare delle foto, ma mi indicò la porta del padrone di casa. Bussiamo…attendiamo…esce un signore anziano…chiediamo di poter fare qualche foto…ma gentilemente ci dice di no e ci lancia fuori dalla tenuta…mah…ci spiega che ha studiato a Borgotaro da giovane e che aveva molti amici qui; ci spiega inoltre che la nascita del castello è da imputarsi all’epoca lomgobarda, usata allora come forte! Io tra me e me dicevo, ma è possible che una cosa così bella possa essere in mano ad un privato che per lo più non permette neanche di visitarlo…infine ci fa notare che esternamente potevamo fare le foto e infine ci indica il cartello scritto a mano dietro un cespuglio che diceva vietato l’ingresso, scritto per appunto tenere lontano le frotte di turisti curiosi che arrivavano a visitare il posto. Rocca di Pietra MogolanaSe noi abituati come siamo a viverci dentro a questa sorta di generale sentimento e modo di fare, utilizzando un espressione popolare, sgruso, ci siamo sentiti in imbarazzo, immaginiamoci il turista di milano o cmq di via. Un pò delusi ripartiamo per il castello di Varsi in centro al paese; un vecchietto arzillo ci indica la strada molto gentilmente, che ci porta esattamente di fronta a ciò che resta del forte; poco è rimasto, o meglio molte cose si potrebbero fare ma il castello è assolutamente lasciato all’incuria e alle intemperie, senza manutenzione; chiedendo in giro scopriamo che pure quello era un castello di proprietà privata. Il dispiacere di vederlo così abbandonato mi fa rifrettere…vedere queste situazioni di disfattismo, di gelosia, di ignoranza se così la possiamo chiamare mi porta a fare molte riflessioni che voglio lasciare alla fine…Deciamo quindi prima di tornare a Bardi per poi tornare a Borgotaro, di fare un salto sempre nel comune di Varsi presso una casa torre ancora per mezza in piedi. Dalla strada si nota subito la struttura della vecchia torre, caratteristica delle case torri del medioevo. Stanchi e accaldati decidiamo solo di passare sotto Bardi per fare qualche foto allo splendido castello; volevamo infine andare anche a Gravago per andare a visitare il mastio di un castello in mezzo al bosco e visitare la famosa Pieve di Gravago ma il caldo ha prevalso sulla voglia. Molto potrei dire effettivamente, molto ho già detto ma penso che le mie parole, queste poche parole possano fare riflettere, possano farci pensare che la strada che abbiamo intrapreso non è quella corretta, che il campanile non può essere l’unica formula che regola la vita dei nostri paesi…ma sopratutto spero che abbiate capito, anche se ho riportato pochi tra i tanti nostri esempi, che le nostre valli son dei gioielli, delle perle…ogni paese ha una sua particolarità…ogni paese ha la sua caratteristica…ma che nonostante abbiamo queste potenzialità, che ci rendono molto più appetibili rispetto a molte altre zone, sappiamo sempre rovinare tutto…il verde nostro, i nostri castelli, le nostre pievi, le nostre rocche, i nostri palazzi, sono la risposta alla rinascita e alla crescita del nostro territorio. Sono il futuro per non far morire i nostri paesi. Non dimentichiamo ciò che la storia ci ha lasciato e regalato.

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Vostro

Cagliostro

Il primo articolo di Cagliostro sul tema lo trovate a questo indirizzo.

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