In occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia si è svolta al Punto Tappa del Comune di Berceto una conferenza su “Garibaldi e le sue donne (avventure e disavventure)”, tenuta dallo storico Manlio Bonati del Comitato di Parma dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. Il sindaco Luigi Lucchi ha presentato al folto pubblico il relatore, già ospite per la terza volta del Comune.
Vittorio Sarti, tra i più preparati studiosi di Emilio Salgari, ha introdotto l’argomento facendo dei paragoni tra Giuseppe Garibaldi e i personaggi inventati dal geniale scrittore veronese.
Bonati, con il supporto di numerose illustrazioni e fotografie d’epoca, ha tracciato la vita intima dell’Eroe dei Due Mondi: “E’ forse difficile immaginare che un Eroe di tale importanza storica potesse provare delle debolezze tipiche della gente comune. Infatti, colui che contribuisce a plasmare con il suo operato il tempo in cui vive, è posto dalla Storia sopra un piedistallo di gloria. Garibaldi, del resto, aveva una particolarità del carattere che lo rendeva a tutti gli effetti di carne ed ossa agli occhi dei contemporanei: adorava il gentil sesso ed era ricambiato con passione. Questa adorazione non si limitava ai piaceri carnali, la stima – in senso lato – verso le donne era infinita. La madre, le amiche, le fidanzate lo fortificarono e lo aiutarono nella missione alla quale credeva.”
La sua prima ragazza fu la nizzarda Francesca Roux, invece il suo grande amore lo trovò in Brasile con Anita, figura eroica che per amore del suo José divise le poche gioie e le tante privazioni di questa unione coronata da quattro figli e un’ultima gravidanza che la condusse alla morte nel 1849 nella pineta di Ravenna.
Il Generale, vedovo ormai da anni, si fidanzò per breve tempo con la nobildonna inglese Emma Roberts, mentre chiese la mano della scrittrice tedesca Speranza von Schwartz, che rifiutò avendo avuto Garibaldi una figlia dalla popolana Battistina Raveo.
Garibaldi il primo giugno del 1859 conobbe la diciottenne marchesina Giuseppina Raimondi, che reputò coraggiosa, bella e meritevole di prendere il posto della mai dimenticata Anita. Dopo alterne vicende, il matrimonio religioso si tenne a Fino Mornasco, nella chiesetta della villa dei Raimondi, il 24 gennaio 1860. “Furono delle nozze drammatiche: appena uscirono dalla piccola cappella – narra Bonati – a Garibaldi fu consegnata una lettera anonima che lo avvertiva della costante relazione tra la Raimondi e il bergamasco Luigi Caroli.” Il matrimonio non durò oltre, ma per annullare il vincolo ci vollero, invece, venti lunghi anni. Soltanto nel 1880 Garibaldi, ormai vecchio e malato, poté sposare civilmente Francesca Armosino e riconoscere i tre figli avuti durante la lunga convivenza.
Il sindaco Lucchi, soddisfatto per il buon esito del pomeriggio bercetese, ha proposto sia a Bonati che a Sarti altre attività culturali indirizzate ai giovani scolari del paese, gli unici che hanno a disposizione delle lavagne multimediali affinché apprendano il sapere con i mezzi più moderni ed efficaci. Il futuro, grazie ad una dinamica amministrazione, è già di casa a Berceto.
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