Nuova Viticoltura di Montagna

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Berceto e tutta l’alta Val di Taro erano un tempo coltivati a vite, come testimoniano i grappoli del Duomo e della Via Romea di Berceto, nonché la citazione di Sante Lancerio della metà del 1500 dei vini di Bericé, apprezzati da Papa Paolo III Farnese che soggiornò al Castello di Berceto. Anche A. Boccia (1804) definisce il vino di Roccaprebalza “uno dei più graziosi dello Stato”.
In una riunione agostana di Berceto, Pier Luigi Ferrari, Luigi Lucchi, Silvio Vescovi, Filippo Scauri e Mario Fregoni, hanno preso l’iniziativa di rilanciare la viticoltura di montagna a Berceto e a Borgotaro, nell’intento di produrre vini del territorio per i numerosi turisti della Val di Taro e ovviamente per i residenti. Lo scopo è quello di produrre spumanti rosé, vini da vendemmia tardiva e gli Ice Weins, tipo quelli del nord Europa. Anche un nuovo paesaggio viticolo contribuirà all’attrazione dei turisti nella Val di Taro.
Un’occasione della ricostituzione viticola è stata la prima vendemmia di Casa Selvatica (Berceto), presso l’azienda Silvio Vescovi, cui è seguito un incontro con numerose autorità, che hanno presentato il Progetto di Viticoltura di Montagna dell’Alta Val Taro. In particolare si cita la presenza di PierLuigi Ferrari, Vice-Presidente della Provincia, Andrea Zanlari, Presidente della Camera di Commercio, Mario Fregoni, presidente onorario dell’OIV, Fausto Cantarelli, Presidente dell’Accademia Alimentare italiana, Enrico Zola, Vice-presidente del CERVIM di Aosta, Luigi Lucchi, sindaco di Berceto e altri testimonials dell’evento.
Il progetto dovrebbe interessare giovani viticoltori di Berceto e di Borgotaro, per una estensione iniziale di circa 10 ettari.
La produzione di vino di territorio verrà assorbita dai numerosi turisti, ma il convegno di Casa Selvatica si è concluso con i seguenti impegni: adesione al Centro di Ricerche di Viticoltura montana (CERVIM) di Aosta e organizzazione di un convegno internazionale a Berceto nel 2011 sulla viticoltura di Montagna per far conoscere l’iniziativa agli stranieri e ai turisti di diversi Paesi.
Il progetto è ispirato al costante impegno del Prof. Fregoni per la viticoltura di collina e di Montagna. E’ infatti il fondatore del CVERVIM, Centro di ricerche della viticoltura di montagna, che è divenuto internazionale. Si vuole così sensibilizzare la Regione Emilia-Romagna che ha sempre privilegiato la viticoltura di pianura dei Lambruschi emiliani e del Trebbiano di Romagna. La qualità di questi vini è nota a tutti e fa concorrenza per i bassi costi di produzione ai vini di collina di livello superiore come quelli Piacentini.