Il 6 gennaio 1945 sul Passo del Santa Donna 7 partigiani della resistenza vennero brutalmente uccisi dalle Forze di occupazione tedesche.
A 63 anni di distanza il ricordo dei reduci per i compagni di lotta che hanno donato la vita per l’ideale comune: la libertà!
Nino “Michele” Castagnoli
Gaspare “Gaspà” Ferrari
Guido “Guido” Ferrari
Gino “Manza” Quotisti
Armando “Bubba” Tedaldi
Domenico “Gherry” Terroni
Vittorio “Ratà” Catinella
Sono i nomi dei caduti del Passo Santa Donna i primi giorni del 1945.
E’ una mattina fredda.
La neve è caduta impietosa su tutta la valle e, fuori dai vetri appannati, si scorge a malapena il campanile della chiesa, tanta è la nebbia.
Ancora nella mente i buoni auspici per l’anno nuovo: la libertà e la pace.
Le truppe d’occupazione tedesche tengono ancora in scacco diverse regioni ma sono costrette a lasciare il centro/sud Italia.
Nella loro ritirata pensano ancora di resistere e tentare l’occupazione di posti strategici.
Giungono da Pontremoli; hanno infiltrati e spie nella valtaro e pianificano l’assalto.
Sono le prime ore della giornata.
Il segnale per l’imboscata sarà lo sparo di un cecchino sul campanile di Caffaraccia.
L’azione è semplice quanto spietata: penetrare il più possibile nel territorio senza essere visti, accerchiando i gruppetti di partigiani che sono dislocati in val Vona, val Varacola e fino al Passo di Santa Donna.
Le condizioni proibitive faranno il resto, rendendo difficilissimo l’arrivo di rinforzi e aiuti.
Le comunicazioni interrotte dal gelo.
Colpirono la popolazione locale quando le sorti della guerra erano già state tracciate.
Un’azione di ripiegamento strategica atta a consentire, per un possibile futuro, una ripresa delle ostilità.
I tedeschi sono meglio equipaggiati, meglio addestrati e con ancora la voglia di combattere.
I partigiani mantengono le posizioni, a piccoli gruppi: l’occasione del nuovo anno e le notizie dal fronte avanzato parlano di una vittoria schiacciante seppure con molte perdite.
Non ci si aspettava che le truppe d’elite tedesche, ripiegando, rimanessero così agguerrite.
I partigiani rimangono sorpresi e, a distanza di oltre mezzo secolo, li ricordiamo ancora così: volenterosi donatori di libertà.
Racconti di resistenza: