Come abbiamo avuto modo di spiegare in un passato articolo (questo) il quartiere San Rocco è una vera comunità unita e quasi indipendente del Comune di Borgotaro (PR).
La sua relativamente giovane vita, tutt’attorno alla creazione della stazione ferroviaria, ha con il tempo fatto si che chi vi abitava si riunisse e condividesse quotidianamente le esperienze.
Dando vita a manifestazioni e attività rivolte principalmente ai “sanrocchini” ma finendo per attirare il consenso di tutto il comprensorio.
Da sempre divisi dal fiume Taro, i borgotaresi, si possono dividere in due macro comunità:
Non forzatamente coesi ne tanto meno uniti.
Una sorta di campanilismo interno ad un comune con tanto di feste separate, chiese e fedeli devoti: due vite diverse.
Quasi come una Siena senza che si debba scendere in piazza a singolar tenzone tra le varie contrade.
In realtà, proprio per la nascita in tempi relativamente moderni del quartiere, non ci sono divisioni forti tra la sponda sinistra e quella destra del fiume Taro ma, certamente, ognuna delle due rive ci tiene alla sua identità.
Del resto, anche in una città come Parma esiste distinzione, vecchia come la città stessa, tra chi abita nei pressi del centro e chi “al di la dell’acqua“.
Quelle che prima erano case diroccate di povera gente, ammassati appena fuori dal bel centro abitato dai sognorotti, oggi sono splendide abitazioni tra arte e mondanità.
Nel reportage di oggi vi mostriamo quello che è oggi il quartiere San Rocco di Borgotaro.
Dalle varie angolature e fin dentro alle sue vie, tra i suoi abitanti.
Tra il vecchio ed il nuovo dei suoi edifici, abbastanza contemporanei da far capire come l’urbanizzazione sia avvenuta per passi successivi. Con la sola logica di rimanere vicino al posto di lavoro (o del mezzo che vi ci portava come la Stazione Ferroviaria) e occupare gli spazi che rimanevano (o separavano) sulla via per il centro del paese.
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