L’uscita di questa storia si è meritata più di una menzione nel nostro PodCast e, in vista dell’imminente posa, anche il blocco delle pubblicazioni in questa settimana.
Ora che la possiamo ammirare ve ne rendiamo conto, svelando che il tema è stato più che preso già da diversi mesi come ne è testimonianza il “bella ciao” che abbiamo, più volte, sbandierato quando parlavamo di questo tema 😉
Le considerazioni le facciamo noi e le vogliamo da voi…avanti il primo!
Impossibile non accorgersi della sua presenza.
Svetta maestosa e in tutta la sua fiera bellezza, la nuova statua collocata al centro della rinnovata rotonda al centro di Bedonia.
Una rotonda che, in passato, ha destato più di una polemica.
Più di una critica.
Più di un dubbio sul come realizzarla.
Rimane il fatto che, l’attuale, risolve il problema che molti automobilisti si ponevano arrivati nei pressi del “vecchio” lampione della luce: bisognava girarci intorno e, parecchi, specialmente i non indigeni, non lo capivano.
Cosa che poteva creare incidenti.
Ora la nuova rotonda, più simile alle sorelle ad esempio di Parma, non dovrebbe creare questo tipo di inconveniente.
Rimane la scelta di collocare una statua al suo centro.
Nelle scelta bisognava tenere conto di alcune variabili:
-materiale
-tema
-dimensioni
-varie
Per il primo punto ritengo che la scelta sia stata obbligata: l’arenaria di Bedonia o, per essere precisi, di Carniglia è un materiale apprezzato e conosciuto in tutto il mondo alla pari del marmo di Carrara.
Sul tema si sono fatte molte discussioni, per lo più da bar, e gira e rigira si tende sempre a scegliere temi in ricordo della guerra, dei caduti, dell’eroismo, dei campi di sterminio.
In questa scelta non ci si è discostati poi molto da questi temi, anzi, si sono abbracciati in pieno.
Le dimensioni dipendono molto dai soldi che si è disposti a spendere e dall’importanza che si vuole dare non tanto all’opera ma al concetto che ci sta dietro.
Varie altre considerazioni vanno tenute in considerazione per non scontentare nessuno, non danneggiare nessuno.
In questo secondo caso, l’esporre un’opera alla piazza deve tenere conto delle diverse culture, persone, soggetti e sensibilità che quelle stessa piazza l’attraversano, magari quotidianamente.
Si sa, il bello è cosa soggettiva e, aggiungerei, per fortuna.
A Bedonia, mettere d’accordo tutti è cosa ardua e, mi sbilancerei nel dire: impossibile!
Come spesso accade si trova sempre chi farebbe le cose meglio degli altri.
Diverse.
Strane.
Belle in maniera assoluta.
D’altronde, come dice Zoolander: “cosa c’è di altro nella vita che essere belli belli in modo assurdo?”
Analizzando la location che avrebbe, anzi ha, la statua si capisce che, essendo rotonda ed essendo incrocio rappresenta l’incontro tra varie strade in uno spazio aperto ampio.
Incontro di strade come di popoli e culture.
In questo punto centrale per attività e vita bedoniese si è scelto di rappresentare la resistenza.
I partigiani.
La statua è un monolite di pietra arenaria dal quale nasce, con la moda dell’incompiuto che risolve molti problemi a chi la deve realizzare, un partigiano fiero e a petto nudo con tanto di mitra a tracolla.
Se dovessi esprimermi sull’opera direi solo che, personalmente, ritengo che la scelta di adottare la tecnica dell’incompiuto (una parte è scolpita mentre il retro è lasciato pressochè grezzo) sia stata pessima.
Proprio per quella posizione centrale, in una rotonda, in uno spazio aperto dove giungono persone da più angolazioni, avrei pensato ad un’opera sfaccettata o che si prestava ad essere vista da più soggettive differenti.
Un’opera, per restare nello stesso comune e sullo stesso tema, come quella posizionata nel giardino della scuola elementare. Prismatica con lo stesso tema ripreso in ognuna delle tre facce.
Da questa immagine si capisce come sarebbe stata l’opera se fosse stata finita.
Mentre così è come appare a chi guarda verso il paese.
A tal proposito non vi ricorda come forma qualcosa?
Sicuramente l’unico angolo “buono” per ammirare e godere la statua rimane, se non il trequarti che ne amplifica la profondità, la vista centrale.
Una carrellata di immagini, appena realizzate, la trovate nella galleria fotografcia dedicata a Bedonia e raggiungibile attraverso il nostro archivio fotografico.
Essendo in vista del periodo natalizio (e vedendo muovere i primi preparativi) vorrei commemorare la scomparsa di una unicità che veniva realizzata a Bedonia:
il palo della luce-albero di Natale che, ahimè, quest’anno non vedrà la luce (trattandosi di palo direi: appunto).
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