E’ chiamato “Post Vacation Blues” quella sindrome che colpisce i villeggianti al rientro delle vacanze; è un malessere generalizzato, intriso di nostalgia e tristezza, che si impossessa di noi all’idea della ripresa del lavoro, alla fine di quella stagione in cui ci si dedica a tutto e niente, in cui tecniche seducenti di ogni genere la fanno da padrone.
Essa è diventata una vera e propria sindrome che invade quando è il momento di tornare alla nostra vita quotidiana. Chi più, chi meno quindi, lo stress da rientro è diventata una sorta di patologia che affligge, secondo l’Istat, un italiano su 10, cioè quasi 6 milioni di connazionali.
Il doloroso e purtroppo dovuto distacco da quei pochissimi giorni di relax tanto sudati e attesi, riesce sempre meno, soprattutto se poi durante questi ultimi ci si è divertiti come se si fosse stati in un limbo dove il termine “lavoro” non fosse mai esistito e si è trascorso il tutto all’insegna del divertimento, feste e donne.
L’idea più ricercata di vacanza oggi è quella che concilia i due poli di passività e attività: da un lato viene enfatizzata la necessità di relax, del recupero dei ritmi naturali; dall’altro lato, vengono apprezzati il dinamismo e la ricerca di uno stacco netto dalla vita quotidiana sedentaria del periodo “invernale”.
Molti studiosi propongono allora una serie di metodi, conformi sempre alla normale attività di ognuno, per evitare che nostalgia e solitudine prevarichino sui ricordi e sul rilassamento appena acquisito. Prima fra tutti, viene consigliato un rientro anticipato e non dell’ultimo momento: rientrare una settimana prima e sistemare il tutto con calma, ristabilendo le idee e abbandonando pian piano quel mondo fatto di feste, mare e giochi, accerta che il duro impatto del rientro viene a scemare e non diventa un incubo al quale nessuno vuole imbattersi.
Tra gli altri rimedi spunta, oltre alla gradualità, alimentazione, movimento, abbigliamento e calma, anche l’interesse a cose esterne, che siano esse hobbies o attività sociali. Difatti, dedicarsi a cose piacevoli e di distrazione, distoglie la mente da quello che diviene il chiodo fisso estivo. A tal proposito, è stato accertato che per il 46% degli italiani dedicarsi all’attività del flirt e quindi all’arte della seduzione ha adempito a quella che è stata chiamata “la tattica della distrazione”!
Al secondo posto invece c’è un piccolo 20% che trova l’accudire un cucciolo o il ritrovare quello che si è lasciato a casa, un altro tipo di distrazione efficace. Tra le altre attività, attività fisica, ballo e un ritocco al look completano quella che è una sana e indolore cura alla fine dell’estate!
Mia
PUATraining
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.