Croce al merito a Giuseppe Molinari: chi era?

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giuseppe molinari

giuseppe molinari

Nei giorni immediatamente successivi all’8 settembre 1943, quando stava per scadere la lunga licenza che il Regio Esercito gli aveva concesso per la Madonna della Cisa e gli si imponeva il rientro presso il suo reparto (di stanza a Venezia), Giuseppe Molinari sceglie di entrare in clandestinità. Una scelta che i suoi genitori pagheranno cara: nei mesi successivi l’albergo che gestivano sul Passo verrà requisito e utilizzato come ricovero per animali dalle forze occupanti.
In quel momento Giuseppe Molinari è solo, non ci sono ancora bande formate a cui collegarsi, i contatti politici in Berceto sono pericolosi: l’unico riferimento è don Guido Anelli – Tito-, parroco di Belforte, la cui canonica diventa il punto d’incontro dei primi comandanti partigiani dell’Appennino, come Vampa e Birra. Ma la sua esperienza militare – fino a pochi mesi prima era stato sottotenente degli Alpini in Russia- e la sua preparazione politica ne faranno uno dei fondatori della II Brigata Julia, la formazione che ha raccolto il maggior numero di combattenti partigiani del territorio bercetese e della Val Taro, di cui Birra fu comandante dal 15 agosto 1944.

Secondo il Cenno storico sulla formazione dei gruppi che costituiscono la II Brigata Julia (conservato presso l’archivio dell’Istituto Storico della Resistenza di Parma) la nascita del Gruppo Birra è collocata ai primi di aprile del 1944, in località Groppo del Vescovo, alla presenza di 13 elementi; le prime armi vennero recuperato da alcuni depositi che la Brigata Taurinense avevano abbandonato lungo la Statale della Cisa. Alla fine di aprile ’44 il Gruppo contava già 60 partigiani armati, in buona parte proveniente anche dalla Lunigiana: quella di agire sui due versanti dell’Appennino sarà sempre una caratteristica del Gruppo, fino a che, negli ultimi mesi il teatro delle operazioni guidate da Birra diventa il versante toscano della Statale della Cisa e della ferrovia Parma-La Spezia. Il Gruppo Birra arriverà ad avere la massima consistenza numerica nel settembre 1944 (dopo che nell’estate si era sciolto in piccoli manipoli per sfuggire ai rastrella- menti tedeschi): ben 120 persone armate che vennero poi suddivise in 4 distaccamenti dislocati sul versante lunigianese dell’Appennino.

Secondo l’ Ordine del giorno straordinario del 10 ottobre 1944, conservato presso l’archivio dell’Istituto Storico della Resistenza, la prima azione militare contro i nazifascisti rivendicata da Birra porta la data del 14 aprile 1944: da allora sino al 10 ottobre ’44 vengono rivendicati ben 39 attacchi ai tedeschi, la maggior parte lungo la Strada della Cisa, nei quali viene inflitta al nemico la perdita di ben 88 uomini, oltre a numerosi feriti. Non è possibile in questo breve spazio rendere conto di tutte le azioni militari compiute; questi dati servono ad illustrare l’intensità dell’azione partigiana contro le forze occupanti, destinata ad aumentare negli ultimi mesi di guerra. Birra si distinse anche per le missioni di pace, vale a dire per gli scambi dei prigionieri: partecipò a ben otto incontri con ufficiali tedeschi, svoltisi in località diverse, per salvare la vita dei compagni di lotta e per restituire la salvezza ai soldati tedeschi catturati. Anche nella guerra più feroce Giuseppe Molinari mantiene un senso di civiltà e rifiuta gli inutili spargimenti di sangue, vuole evitare il coinvolgimento dei civili e il rischio di rappresaglie su Berceto. Egli si comporta come un militare che vuol colpire il nemico in modo chirurgico senza esporre la popolazione a vendette (ad esempio, colpendo i tedeschi lontano dai centri abitati).

Nel febbraio 1945, dopo la pausa invernale durissima per i partigiani, la II Brigata Julia viene trasferita dal Comando Unico Operativo nella zona di Valmozzola, sul monte Barigazzo; allora Birra decide di rimanere nel suo teatro di operazioni, vista anche la composizione del gruppo, fortemente radicato sul territorio, formato di uomini che conoscono la gente che vi abita e che sono a loro volta conosciuti e quindi aiutati. Il suo Gruppo entra a far parte delle Brigate Beretta, guidate dai fratelli Cacchioli, brigate che assumeranno poi il nome di Divisione Cisa, di cui Birra divenne vicecomandante. Compito delle Brigate Beretta sarà, nella fase finale del conflitto, assumere il controllo della ferrovia: l’8 aprile 1945 misero in atto un attacco coordinato ai caselli ferroviari della zona tra Grondola e Pontremoli procurando agli occupanti ben 29 morti e 25 feriti.

Vogliamo ricordare i due momenti culminanti della sua partecipazione alla Resistenza. Il 25 aprile 1945 la Divisine Cisa attacca in forze Pontremoli, occupata dai tedeschi e dai repubblichini (la Prefettura di Massa vi era stata trasferita), costringendoli al ritiro la sera del 26. Con legittimo orgoglio il Comando della Div. Cisa potrà allora comunicare agli Alleati: “ora potete avanzare”.
Il 9 maggio 1945 tuttavia Birra con la sua brigata era presente a Parma alla sfilata delle forze partigiane per le vie della città liberata. Nel 1946 sarà eletto Sindaco del Comune di Berceto, a testimonianza del merito che gli veniva riconosciuto.

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