Chi ha sempre pensato che dietro la tecnologia si nascondesse il demonio, o che computer e internet non facessero altro che allontanarci dalla retta via, dall’autenticità dei rapporti con il nostro prossimo e in generale dal nostro lato più spirituale, sarà costretto a ricredersi.
La rete è infatti da sempre costituita da un miscuglio di tantissimi elementi ed argomenti diversi, nessuno escluso, dove qualsiasi navigatore può trovare argomenti e tesi da sposare, condividere, oppure da avversare con tutto se stesso. Prendendo il caso della spiritualità e delle preghiere, ad esempio, non solo esistono siti affermati che da diversi anni si occupano di mantenere e salvaguardare l’aspetto delle comunità religiose, come ad esempio siti di preghiere online legati ad alcune parrocchie o associazioni cristiane, ma addirittura negli ultimi anni il fenomeno di vivere la spiritualità attraverso il web ha ricominciato a crescere.
Così sono fioriti – e in alcuni casi rifioriti – siti, blog, forum e in generale community di credenti, di professanti, di praticanti di tutte le religioni che si sono fatti portavoce di questo cambiamento inatteso, di questo piccolo a significativo movimento della rete verso un ritorno alla vita dell’anima. In questi spazi virtuali ma anche sprituali, di preghiera, i credenti si incontrano, condividono e confrontano le loro idee, pregano assieme e addirittura rafforzano la loro unione e il loro senso di comunità, stringendo legami con gruppi di credenti diversi e talvolta persino lontani geograficamente. Parlando di questo fenomeno, è importante sottolineare che è stato possibile solo grazie all’atteggiamento di apertura e al comportamento proattivo delle medesime comunità parrocchiali o comunque credenti, che hanno scelto di abbracciare la rete e le sue enormi potenzialità comunicative invece di condannarla come luogo di perdizione.
Così adesso, sulla spinta di una tendenza già affermata negli Stati Uniti, paese tecnologicamente più avanzato, anche in Italia stanno nascendo i primi blog e i primi siti web delle chiese e di altri luoghi di culto, che utilizzano questi nuovi canali per restare in contatto con i propri fedeli e, perché no, per mostrarsi a chi ancora non frequenta (ancora?) la comunità.
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