Vacanze in mountain bike: relax e sport a portata di bicicletta

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Agli italiani piacciono le vacanze in mountain bike: nel corso degli ultimi 12 mesi, il 21% dei turisti italiani che hanno optato per una vacanza natura in Italia ha scelto di dedicarsi (più o meno intensamente) ad attività come trekking e biking.

Tra tutte le attività sportive praticate svetta il cicloturismo (scelto dal 31%), seguito dall’escursionismo (21%), il trekking (15%), e dall’animal watching (13%). A seguire, troviamo lo sci di fondo, l’equitazione, il climbing e altre attività minori.

Gli italiani sono sempre più propensi ad optare per vacanze attive ed eco-sostenibili, alla ricerca di scorci naturali, paesaggi suggestivi ed incontaminati. In linea generale, i biker presenti nel nostro Paese sono soprattutto coppie o gruppi di amici, che scelgono di trascorrere il loro soggiorno in strutture extra-alberghiere, optando in particolare per case rurali, come agriturismi e campeggi, ma anche b&b, residence e case vacanza, dove il contatto con la natura e l’ambiente circostante è più diretto.

Tra le esigenze dei turisti che optano per le vacanze in mountain bike i suddividono a loro volta in slow biker, cicloturisti o turisti attivi, a seconda dell’intensità dell’attività svolta – troviamo soprattutto la necessità di strutture ricettive che dispongano di locali chiusi e sicuri per la custodia delle bici, aree attrezzate per riparare le biciclette, punti informativi per reperire materiali utili, ma anche la possibilità di essere supportati da operatori abilitati e specializzati (tour operator) per l’elaborazione delle tracce e dei percorsi. Tra le necessità evidenziate anche la presenza di guide qualificate (in lingua), che sappiano dare consigli su come gestire lo sforzo o consigli tecnici sulla pedalata e sullo stare in sella, ma anche servizi di trasporto dei bagagli e dei mezzi di supporto al seguito. In breve, pacchetti all inclusive.

A penalizzare il pieno sviluppo del cicloturismo in Italia troviamo invece una grande frammentazione dei servizi, la mancanza di una normativa univoca a livello nazionale, l’abusivismo di alcuni operatori, che lavorano senza le autorizzazioni e senza reali competenze, l’assenza di controlli da parte delle autorità preposte, le lotte di potere fra organismi ed enti operanti sui medesimi territori, la carenza di piste ciclabili e, in alcune zone, anche una certa miopia imprenditoriale. Fattori assolutamente risolvibili, che – se gestiti a dovere – permetterebbero di dare un nuovo importante impulso ad un settore turistico dalle grandi potenzialità.

LE TRE CATEGORIE DEI CICLOTURISTI
Normalmente, quando si parla di turisti che scelgono di trascorrere le loro ferie in sella ad una mountain bike si tende a generalizzare, identificando la nicchia come un insieme omogeneo. In realtà ci sono tre classificazioni ben distinte.

1) Troviamo il cicloturista vero e proprio, che sceglie viaggi itineranti, cambia continuamente il luogo di pernottamento e durante il suo soggiorno usa la bicicletta come strumento per esplorare il territorio. Il cicloturista è colui che è arrivato sul luogo di villeggiatura in bici, o con mezzi pubblici o collettivi, affidandosi a viaggi organizzati da tour operator o agenzie di viaggio specializzate, che propongono pacchetti studiati su misura. In questo caso la bici è un mezzo di spostamento, per vivere in modo più salutare ed intenso la propria vacanza a contatto con la natura, e per conoscere posti nuovi.

2) Il turista ciclista, anche definito turista attivo, si muove in bici per il piacere di svolgere attività fisica e fa escursioni di almeno tre/quattro ore. Rispetto al cicloturista è un profilo più sportivo, meno interessato alla conoscenza e alla scoperta del territorio e più dedito al movimento.

3) Infine troviamo il turista che usa saltuariamente la bici e lo si trova raramente sulle piste ciclabili, perché considera il movimento e le gite in bicicletta come un’attività marginale della sua vacanza.

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