Innalzare gradualmente l’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego a partire dal primo gennaio 2010 e facendo dunque in modo che il tetto dei 65 anni scatti a partire dal 2018.
È quanto prevede un emendamento parlamentare, presentato al decreto legge anticrisi, a prima firma del vicepresidente della commissione Lavoro della Camera Giuliano Cazzola.
Secondo tale norma i risparmi che si ottengono da questa misura andrebbero a finanziare un Fondo per la qualificazione del lavoro delle dipendenti nella pubblica amministrazione da istituire entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge con un decreto del ministro della pubblica amministrazione di concerto con il ministro del Welfare, del Tesoro e delle Pari opportunità.
Obiettivo del fondo è, tra l’altro, il finanziamento di “progetti per la valorizzazione delle donne” e la promozione della “conciliazione tra attività professionale e lavoro di cura”.
Non ricadrebbero nella nuova normativa, si legge nell’emendamento, le lavoratrici che al 31 dicembre 2009 abbiano maturato i requisiti per la pensione di vecchiaia, ma anche coloro che “abbiano applicato un regime di prosecuzione volontaria o siano comunque cessate dal servizio prima di avere maturato il diritto a pensione”.
Perfetto, sono d’accordo.
Scritto da Mario Pulimanti
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