Diciamo NO all’estensione del CopyRight

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Una manciata di grandi case discografiche stanno cercando di rompere una promessa durata cinquanta anni. Musicisti e ai loro tifosi non saranno le uniche vittime.

Attualmente i diritti che coprono le registrazioni delle interpretazioni hanno una durata di 50 anni. Secondo uno studio, (il “Gowers review”) commissionato e finanziato dal governo inglese, la durata di questi diritti dovrebbe rimanere immutata. Ma l’industria discografica insiste sul prolungamento della protezione sui diritti. L’estensione di questi termini sarebbe un’ingiustizia per i musicisti e la cultura musicale europea e potrebbe anche danneggiare la nostra economia.

Se anche tu credi che la durata dei termini dei diritti sulle registrazioni debba rimanere di 50 anni per favore firma la petizione oggi stesso.

Il Copyright è un contratto. In cambio del loro investimento per la creazione e la distribuzione delle registrazioni di interpretazioni, ai detentori del copyright è concesso un monopolio limitato durante il quale hanno il pieno controllo sull’utilizzo delle registrazioni. Questo include il diritto di perseguire legalmente chiunque utilizzi tali opere senza alcun permesso. Ma una volta scaduti i termini dei diritti questi lavori diventano, come Beethoven, Mozart e Bach patrimonio della cultura umana – cioè di pubblico dominio. In pratica, a causa della suddetta estensione dei diritti e del breve arco di tempo in cui le tecniche delle registrazioni sono divenute disponibili, non ci sono registrazioni di interpretazioni di pubblico dominio.

Ma questa situazione sta per evolversi, in quanto stanno per scadere i termini dei diritti sulle registrazioni della prima epoca d’oro delle opere musicali registrate. Il pubblico dominio a breve beneficerà della metà di questo accordo. Registrazioni di musica reggae, seminal soul e rock and roll presto saranno libere da restrizioni legali, permettendo a tutti (inclusi gli stessi esecutori di tali canzoni e i loro eredi) di conservarle, ripubblicarle e remixarle.

Le major discografiche vogliono mantenere il controllo sulle registrazioni ben oltre l’attuale termine di 50 anni, in modo da continuare a sfruttare, quindi beneficiare dei (seppur marginali) profitti provenienti dalle poche opere che, a mezzo secolo dalla loro prima uscita, sono ancora commercialmente proficue. Se la bilancia del copyright penderà in loro favore, danneggerà l’intera industria musicale oltre ai singoli artisti, librerie, accademie, affari e ovviamente il pubblico.

Le case discografiche fanno pressione per il cambiamento, ma devono ancora presentare convincenti prove economiche a supporto delle loro richieste. Le prove realmente esistenti dimostrano chiaramente che il prolungamento dei termini scoraggerà l’innovazione, frenerà il mercato delle ripubblicazioni e danneggerà irrevocabilmente l’accesso degli artisti futuri e del grande pubblico al loro patrimonio culturale.

Mentre l’Europa riflette sul futuro economico dell’industria creativa, si trova di fronte una scelta. Può accettare di estendere i termini dei diritti sulle registrazioni per la salute della poche major discografiche. Oppure permettere che tali opere divengano di pubblico dominio scaduti i 50 anni per il bene della futura innovazione, prosperità e del pubblico.

Se anche tu credi che la durata dei termini dei diritti sulle registrazioni debba rimanere di 50 anni per favore firma la petizione oggi stesso. Insieme possiamo sconfiggere il prolungamento dei termini del copyright.

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