Tempi di crisi ed è boom delle bancarelle a Ostia e in Italia.
Ma, accanto agli ambulanti regolari, nel settore si insinua un esercito di abusivi.
Che solo a Roma potrebbero essere addirittura più dei regolari.
E la maggior parte di loro sarebbero venditori ambulanti, in genere itineranti, che si affiancano a un ridotto numero di abusivi ipertecnologici che preferiscono usare il web per vendite al di fuori dei canali della legalità.
Ma quest’ultima categoria è ancora talmente limitata da non essere rilevante.
Mentre, a fronte di vendite nei mercatini rionali di tutto rispetto con un giro d’affari a livello nazionale di 25 miliardi di euro che rende la bancarella l’unico concorrente di rilievo del centro commerciale stupiscono le dichiarazioni dei redditi degli ambulanti, che registrano introiti medi di poco più di 10 massimo 12 mila euro all’anno.
Ma che i mercatini vadano benissimo resta un dato di fatto.
La Confesercenti, infatti, afferma che “pur ridimensionato rispetto alla forza numerica che aveva negli anni Ottanta tra il 2002 e la fine 2007 il numero di venditori ambulanti è aumentato in Italia di 36 mila unità”.
Tra le ragioni dell’aumento ci sono le liberalizzazioni della legge Bersani e il forte incremento portato da molti giovani che hanno preferito questa scelta imprenditoriale a situazioni di precariato lavorativo.
La quasi totalità dei banchetti dei mercati sta diventando di proprietà di stranieri.
Resta ancora particolarmente fluttuante l’andamento degli acquisti e cessioni di licenze da parte di stranieri.
Quasi i due terzi degli ambulanti stranieri sono cinesi, che rappresentano il 15% degli operatori, trattano in genere abbigliamento, soprattutto intimo, e pelletterie di bassissima qualità e di basso costo, seguono i cingalesi, generalmente attivi come fruttivendoli, e i pakistani che trattano per l’abbigliamento etnico.
I maghrebini restano legati ai loro settori tradizionali quali cinture, chincaglieria varia e tappeti.
Non sempre facili i rapporti tra gli italiani e gli stranieri. Soprattutto i cinesi, che tendono ad acquistare le licenze in contanti a prezzi elevati sono accusati di far innalzare troppo i loro prezzi. Difatti molti ambulanti ritengono che gli stranieri stiano rovinando il mercato.
Ma, d’altra parte, c’é anche la speranza diffusa che i rapporti miglioreranno in futuro e che l’inserimento di stranieri tra le bancarelle migliorerà l’integrazione. In ogni caso é sotto gli occhi di tutti l’ottimo rapporto tra ambulanti e consumatori che vedono nel mercato sotto casa una garanzia di qualità e di cortesia.
Il problema più contingente, semmai, è la presenza, di uno stuolo di abusivi che nel Lazio nel 2007 avrebbero sottratto al mercato ben settecento milioni di euro.
Inoltre è consistente la fascia grigia che si pone a cavallo tra abusivismo e il rispetto, almeno parziale, delle regole.
È il caso dei mercatini dei collezionisti che, data la loro diffusione, non rispettano più lo spirito di luogo di incontro di appassionati, ma attirano veri e propri professionisti che godono delle facilitazioni concesse agli hobbysti.
E i commercianti lamentano in tutti i questi casi normative ancora inadeguate portando a modello l’Emilia Romagna dove sarebbe applicata con particolare scrupolo la legge regionale 4/2004 che prevede la confisca e la distruzione delle merci abusive.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
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ciao io sono un ambulante da 7 anni straniera e tratto soltanto merce italiana ,certamente in certi posti e prezzi e qualita zero !!
siete voi italiani che amazzate i mercati adquistanto merce scadente ! non capite che facendo cosi uccidete i prodotto italiano tra abbigliamento e scarpe !!ormai sono pochi a capire questo!!!!!!!!!!!!!