Fa freddo questa mattina sulla metro di Ostia.
Sto andando al lavoro.
Ho vicino mio figlio Gabriele, diretto a Roma 3, la sua Università.
“Guarda qui papà”, mi dice, porgendomi il giornale.
“E allora?” dico diviso tra il cipiglio della concentrazione e l’anticipazione di un sorriso, nella speranza che si tratti di una notizia allegra.
Sto per leggere quando, di colpo, vedo quello che c’è scritto.
Raggelo, stupefatto.
E’ solo un trafiletto, ma cosi drammatico e sconvolgente che quasi non ci credo: “ragazzo down picchiato, insultato e filmato dai compagni di classe (ragazze comprese). Il tutto condito da scritte e saluti nazisti. Il filmato è stato rimosso da Google dopo la segnalazione del video arrivata sul tavolo del giudice milanese Corrado Carnevali”.
Non c’è bisogno di aggiungere che non riesco neppure a immaginare i motivi che hanno spinto questi studenti a compiere un’azione così orribile.
Picchiare un giovane down…che non può difendersi…
Non ha senso: qualcosa non torna.
Mi stringo nelle spalle. Non so se riuscirò a farmene una ragione.
A questo punto mi dichiaro battuto.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
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