Uno dei temi trattati nella puntata numero 5 e numero 6 del nostro PodCast “Pronto Chi Bussa” è stato il degrado urbanistico nella nostra bella valtaro.
Come promesso è venuto il momento di mostrarvi cosa è sotto gli occhi di tutti ogni santo giorno e fare in modo di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche a spendere sempre meglio i soldi di noi contribuenti.
I due casi presi in esame in quest’articolo riguardano due ultimi progetti realizzati dal Comune di Bedonia.
La prima immagine già parla da sola e mostra il muro di sostegno per la copertura del torrente Pelpirana che divide Bedonia (centro) in due.
Da anni (decenni) il fiume è tombato per far posto ad un ampio parcheggio e consentire il collegamento tra le due parti del Paese.
Nell’ultimo intervento, sostanzioso, per il recupero di questo angolo dei Bedonia, che porta ai giardini pubblici, si è previsto un angolo per l’aggregazione della popolazione (togliendo alcuni posti auto e facendo spazio, finalmente, alle persone).
Così come è possibile vedere in queste foto le condizioni di questa ultima opera sono a dir poco…
L’intonaco è, per buona parte, sulla sede stradale e quel poco che non è caduto o marcito lo farà presto.
La pietra arenaria, simbolo delle costruzioni della nostra zona, ampiamente usato e lavorato oltre che esportato in tutto il mondo, usato come rivestimento in più di un punto si è scollato (o non è più cementato).
Inoltre la zona preposta all’aggregazione, con 4 ampie panchine anch’esse di pietra arenaria, verte in condizioni pessime.
Scarseggia la pulizia dovuto, molto probabilmente, al fatto che la spazzatrice automatica non vi può accedere e la periodicità della pulizia manuale, evidentemente, è insufficiente.
Non ho timori sul fatto che il degrado di quest’angolo del paese di Bedonia venga sistemato nel migliore dei modi per l’arrivo dell’estate dove, lo sappiamo tutti, deve essere tutto in ordine per i turisti.
Inoltre aggiungiamo che solitamente tutte le Amministrazioni Comunali abbandanano le opere pubbliche nel periodo invernale vistesi prese da altri, e più impellenti, problemi (come lo sgombero neve che li salassa).
E’ questo il caso dei lampioni da pochi anni acquistati e sistemati lungo il centro abitato.
Esili steli che sostengono 4 “palle”.
Quattro bocce in vetro (o simile) che con il passare del tempo e sotto le intemperie hanno mostrato quanto l’idea sia stata, quanto meno, “infelice”.
Il vetro si sporca notevolmente ed in alcuni casi, caduto a terra, non è stato sostituito.
Le lampade si fulminano spesso e volentieri e a tal proposito cito anche il camminamento che attraversa il giardino pubblico.
Utilizzate pochissimo e non più funzionanti.
A queste dovremo dire, tristemente, addio!
Ma venendo alla mia opera pubblica preferita, non posso fare a meno di citare e trattare: la pista ciclabile.
Così come abbiamo avuto modo di trattare molte volte su questo sito, sul forum e sul podcast, per quanto riguarda quest’ultima opera che riguarda vari Comuni, la pista ciclabile solleva più di una critica.
In particolare non entrerò più sul mio pensiero a riguardo l’utilità o l’effettivo utilizzo di questa opera ma solo vorrei sottolineare come anch’essa venga lasciata a se stessa.
Sicuramente per i soli mesi invernali ma non ci giurerei.
Così tutti, ad oggi, abbiamo modo di vedere come i cordoli posati lungo la sede stradale solo pochi mesi fa, si siano già in molti punti staccati o siano stati divelti.
Come il pietrisco e l’erbaccia stazioni inesorabile sulla sede dove dovrebbero transitare dei ciclisti.
Come i punti di intersezione con la strada “convenzionale” dia modo di vedere ogni sorta di detrito.
Insomma, spiegando il titolo, vediamo come l’artista migliore e più gettonato dalle nostre Amministrazioni Pubbliche sia, un certo, Degrado.
Noi abbiamo esposto, più o meno, quanto visto in una qualsiasi giornata bedoniese coscenti del fatto che molte cose buone siano state fatte e molte altre lo saranno, così come si sia cercato di valorizzare (o rivalorizzare) luoghi e posti che prima versavano in stati anche peggiori.
Il nostro auspicio è di vedere sempre più opere “buone”, se non ottime, crescere di continuo nella nostra valtaro e sperare che quelle esistenti siano tenuti (da tutti) nel migliore dei modi.
Sono il nostro patrimonio e il nostro orgoglio.
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