Il Castello di Felino (PR) torna in grande stile nel prestigioso Circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza

Turismo e Viaggi

Ritorna tra le gemme del Ducato uno storico Castello. Il Castello di Felino – fortezza a pianta quadrangolare con quattro torri agli angoli, circondata da un ampio giardino boscoso ricco di castagni, nell’incantevole scorcio delle colline di Langhirano (PR) nel cuore della Food Valley – rientra da quest’anno in grande stile nel prestigioso Circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza.
Già dal 1974 l’imprenditore Sergio Alessandrini ha iniziato un lavoro di restauro che, trent’anni dopo, ha restituito al maniero antichi fasti, riuscendo a salvare e consolidare il ponte levatoio, i bastioni, torrette e feritoie.

“Rientrare a far parte dei Castelli del Ducato è stato da sempre il mio primo obbiettivo – spiega Davide Regazzo, attuale direttore del Castello di Felino – a mio parere, il castello di Felino è il più bel maniero del nono secolo presente sul territorio parmense. Ho avuto l’onore di ricevere dalla famiglia Alessandrini il compito di gestirlo per portarlo ad essere il punto di riferimento per l’organizzazione di qualunque evento. Insieme all’associazione dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza percorreremo questa strada, costruita nel passato, per giungere nel futuro a offrire sempre più e sempre meglio ai turisti e al territorio”.

Oggi il Castello, fondato lontano ‘890, è stato trasformato in una realtà ricettiva che ospita matrimoni, cerimonie, feste e meeting. Diversi sono gli spazi predisposti per accogliere eventi e wedding con la parte esterna del loggiato e della corte d’onore dove si possono allestire sontuosi banchetti. Le sale interne climatizzate sono caratterizzate da arredi, camini, quadri, cimeli e mobili di epoche passate. All’interno del Castello si trova la Locanda della Moiana, ristorante che propone gli antichi sapori dei piatti di un tempo con echi ed influssi provenienti dal resto d’Italia, dalle coste come dalle zone di montagna.
Meeting, team building, conferenze, presentazioni, workgroup e numerose attività possono essere ospitati sia in spazi esterni del maniero sia nelle 5 sale interne, disposte su tre livelli pensati per ospitare da 20 a 350 congressisti, completamente coperto da un moderno sistema Wifi.

Un contesto assolutamente adatto per ideare pranzi e cene in cui raffinatezza e suggestione della struttura tendono la mano agli ottimi piatti proposti. L’atmosfera rilassata, calda ed accogliente e la particolarità di un maniero unico nel suo genere, fanno da contraltare all’alto livello culinario, caratterizzato da creatività, estro e fantasia inseriti in una serie di offerte in cui la tradizione gastronomica locale è l’indiscussa regina.

Il Castello nel comune di Felino ospita inoltre il Museo del Salame di Felino.

La storia. Era un castrum, fortificazione nell’area dell’antica curtis Felini di cui si parla sia in un documento di Ludovico II dell’870 sia in una lettera del 948 di Lotario II.
Nel 1186, al termine della lotta tra Federico Barbarossa e i Comuni italiani, l’imperatore investì del feudo e del castrum di Felino la famiglia Ruggeri. Secondo le fonti, cronache locali dell’epoca suggeriscono l’edificazione di alcune parti del castello ad opera di questa famiglia. Il matrimonio di Agnese, ultima discendente dei Ruggeri, con Jacopo Rossi, segnò il passaggio del feudo e del castello di Felino alla famiglia Rossi che lo tenne per più di cento anni. Il castello, ritenuto inespugnabile, servì ai Rossi, in particolare a Pier Maria, come base e come difesa nelle lotte per la supremazia su Parma contro le famiglie dei Terzi, Pallavicino, Fieschi e Torelli.
Nel 1483 il duca di Milano Ludovico il Moro, in precedenza loro alleato, tolse l’appoggio ai Rossi e si impadronì con la forza del castello, distruggendone le fortificazioni per ridurne le potenzialità militari. Gli Sforza tennero il feudo di Felino fino al 1499, quando con l’arrivo dei francesi lasciarono il territorio parmigiano. Il re di Francia Luigi XII donò il feudo al nobile Pietro di Rohan, che lo vendette nel 1502 ai Pallavicino. Essi riattarono il castello e lo tennero per quasi cinquant’anni. Grazie a un matrimonio il feudo passò agli Sforza di Santa Fiora, che nel 1598 lo cedettero assieme a Torrechiara a Cosimo Masi, nobile fiorentino al servizio del duca Alessandro Farnese.
Nel 1612 un membro della famiglia Masi, Gianbattista, fu accusato di far parte di una congiura contro Ranuccio Farnese, la cosiddetta congiura dei Feudatari, alla quale partecipò anche la bellissima Barbara Sanseverino. Processato e giustiziato, gli vennero confiscati tutti i beni, tra cui il castello di Felino. Con il passaggio al Ducato di Parma il castello perse la sua funzione di fortezza difensiva, per diventare residenza della piccola nobiltà che ruotava attorno alla corte ducale. Il feudo appartenne dal 1612 al 1645 a Girolamo Rho, dal 1645 al 1650 a Giacomo Gaufridi, marchese di Castelguelfo, poi fu tenuto per più di un secolo dalla famiglia Lampugnani.
Nel 1762, con la morte di Camillo Lampugnani, la proprietà passò a Guillaume du Tillot, che si fregiò del titolo di “marchese di Felino” e lo usò come residenza di campagna fino al 1771, anno in cui lo cedette alla Diocesi di Parma. Il vescovo Pettorelli Lalatta (1775-1788) lo scelse come luogo preferito di villeggiatura, riadattando vari locali per renderlo più abitabile. Seguì poi un lungo periodo di declino e di abbandono, tanto che il vescovo Francesco Magani nei primi anni del Novecento lo definì “un mucchio di rovine, albergo di pipistrelli, di gufi e di topi”.
Nel 1935 la Mensa vescovile vendette il castello alla famiglia Brian, già proprietaria di una villa nei pressi del castello. Negli anni Sessanta fu acquistato dalla famiglia Pianzola e dai conti Del Bono, che riadattarono diverse parti per ospitare un ristorante. Nel 1974 è stato acquistato da Sergio Alessandrini, attuale proprietario.

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