Berceto: salviamo la Plasmon

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Signor direttore,
togliere il lavoro a una persona vuol significare togliergli la dignità.

Quanti si macchiano di questa colpa, ne sono corresponsabili, anche per omissione, minano, nelle sue fondamenta, la società e, come dice Papa Francesco, fanno anche peccato.

In ogni parte della Terra il lavoro è determinante e a maggior ragione, stando alla nostra Provincia, lo è in montagna dove le ripercussioni, se manca il lavoro, coinvolgono ogni abitante e la gestione del territorio che sarà sempre più abbandonato se si costringe allo spopolamento.

Se si riducono, non importa in che paese della montagna, i posti di lavoro, infatti, si tolgono anche servizi essenziali per tutti visto che la persona disoccupata sarà costretta ad andare via.

In passato, disgregando dolorosamente anche le famiglie, dalla montagna, sono dovuti andare all’estero e successivamente nelle grandi città italiane e più nessuno è tornato a lavorare a Berceto.
Meno persone in montagna vuol dire meno servizi essenziali, o la loro messa a rischio, come ospedale, scuole, servizi di trasporto pubblico etc.
Come Sindaco di Berceto ho forte questa preoccupazione e come ne sono capace ho cercato di salvaguardare ogni posto di lavoro preesistente e farne creare dei nuovi oltre cercare di utilizzare, sempre e comunque, imprese del posto, personale del posto.

Molta attenzione, per questi motivi, viene data al settore artigianale, al commercio e alla ristorazione oltre alle aziende agricole rimaste.
Attenzione anche alle famiglie degli immigrati visto che quest’anno su otto bambini di prima elementare ben quattro sono Rumeni ed Albanesi.
Sono loro che permettono di avere, per fortuna, le nostre scuole e la politica d’integrazione responsabile e seria, con doveri e diritti, del Comune, inizia a dare frutti
Vorrei, in questo momento, portare solidarietà, voglia di non arrendersi, a quanti, per la Plasmon di Ozzano, lottano per evitare i licenziamenti.
Per Berceto, infatti, sono importanti, anzi importantissimi, i posti di lavoro in quelle località pedecollinari come Rubbiano, Fornovo, Calestano, che possono essere raggiunte con un pendolarismo ragionevole.
Un pendolarismo certamente costoso, ma compatibile con i desideri di quanti, amando Berceto
(i pendolari sono coloro che lo amano maggiormente), si alzano prima il mattino per andare al lavoro fuori dal Comune di Berceto, spendono soldi in benzina per raggiungere il posto di lavoro, ma poi rientrano e vivono a Berceto com’è, per fortuna, nei loro desideri.
Anche il Comune di Berceto, quindi, come credo tutti i Comuni di montagna, sostengono l’Amministrazione Provinciale, il Comune di Fornovo, i Sindacati in questa lotta per preservare i posti di lavoro della Plasmon.
E’ ancora bruciante e dolorosa, per restare inoperose, disattente, come Amministrazioni pubbliche, ad esempio, la chiusura della Berceto Factory di Ghiare di Berceto, avvenuta l’8 ottobre 2008.
Purtroppo, nel silenzio assordante, si sono persi oltre 15 posti di lavoro difficilmente recuperabili.
Anche questa, constatiamo, è una caratteristica della montagna: se si perde un posto di lavoro non è più recuperabile. Come Comune, poi, siamo a fianco alla Barilla per scongiurare le incomprensioni, assurde, ma pericolosissime, recentemente scaturite.

Luigi Lucchi sindaco di Berceto

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