I numeri della Crisi in ValTaro

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Ci sono due proverbi: “il pane degli altri ha sette croste” e “mettiti vicino a un povero e campa bene tutta la vita” che rendono bene l’idea del mio stato d’animo di Sindaco di un piccolo comune, come popolazione, 2000 abitanti, e grandissimo come territorio, 131 kmq., e 290 km di strade comunali, fatto oggetto, oggi, da strampalate Leggi Statali e Regionali, palesemente anticostituzionali, di duri attacchi che minano la sua sopravivenza come del resto tutta quella dei Comuni, al momento, sotto i 10.000 abitanti. L’assurdo, come succede sempre quando vogliono farti del male, fregarti, è quello di premettere che lo fanno per il nostro bene.
Altra cosa subdola, a mio avviso, è quella di far credere che ci saranno, sempre e comunque, benefici e risparmi per i cittadini attraverso le unioni e le convenzioni obbligatorie tra Comuni.
In questo attacco i Comuni sono accomunati alle Province.
Altra istituzione, ultracentenaria, che pare il motivo di ogni male del nostro Paese mentre nella realtà, almeno la nostra Provincia, la riteniamo preziosa e di grande aiuto ai Comuni.
Ho il dubbio, come Sindaco, che non si conoscano le cose e che si sia indotti, forse anche i legislatori, a esprimere giudizi e Leggi, sull’onda dell’emozione e della cattiva informazione fregandosene, addirittura della Costituzione. E’ bene dire che quando s’è costretti a mangiare il pane che danno gli altri, quello con sette croste, la colpa è anche nostra ed errori gravi se ne sono fatti e si fanno. Ora, con la situazione economica che ci ritroviamo bisognerà alzare la testa e compiere scelte coraggiose nella consapevolezza che il Comune è fondamentale per la coesione democratica del Paese e il governo del territorio.
I Sindaci debbono decidere, a mio avviso, in questo momento veramente grave per il mondo occidentale, per l’Europa e soprattutto per l’Italia, se andare a rimorchio del sistema che sta implodendo con la sua netta separazione tra la situazione reale, quella della gente per intenderci, e invece quella del Palazzo, o diventare, come Comuni, come Sindaci, com’è già avvenuto a fine ottocento, i paladini di un vero cambiamento e di tutela dei cittadini e del territorio.
Dopo una franca discussione, a mio avviso, i sindaci del parmense, potrebbero, ad esempio, proporre e agire su queste direttive:
La politica, per la povera gente, è indispensabile e non esiste piu’ e può ripartire dai Comuni, dai piccoli comuni soprattutto.
Serve una profonda riforma dell’Italia e questa può essere fatta, come nel dopoguerra, solo da una Costituente. Ridicolo l’uso del decreto costituzionale; ridicolo la riforma delle autonomi inseriti in Leggi Finanziarie
La Costituente deve essere eletta con sistema proporzionale e deve operare per non piu’ di 12 mesi. Chi è eletto nella Costituente non potrà mai piu’ ricoprire cariche pubbliche dirette o indirette per avere la garanzia della sua totale indipendenza e forza riformatrice. Serve togliere milioni di Leggi, Circolari, Enti, Privilegi non solo della casta politica. Ci sono piu’ privilegiati, in Italia, a carico dello Stato, quindi alle spalle di tutti coloro che producono, che in Unione Sovietica. Nella Costituente vanno legiferati anche vincoli di bilancio, testi unici su ogni settore, l’invito a considerare che il vero stato sociale è la piena occupazione.
Tenuto conto della delicata situazione idrogeologica dell’Italia è importante il concetto che il Comune è il presidio del territorio e pertanto ci sono Comuni non importanti (inelegante termine) per il numero di cittadini ma per l’ampiezza del territorio. Berceto 2.000 abitanti, meno che in Via Montanara a Parma, ma 131kmq di territorio, 290 km di strade comunali da governare, tutelare.
Le Province sono importanti. Si deve tornare al loro numero degli anni 50 quando sono tornate a funzionare ed essere elettive. Vanno tolte quelle dei capoluoghi di Regione. Il vero problema e fallimento sono le Regioni. Si può pensare che 5 siano piu’ che sufficienti e tutte a Statuto Speciale.
(Il debito pubblico dello Stato Italiano, non a caso, s’è formato dopo l’istituzione delle Regioni negli anni settanta) Il federalismo, con queste riforme, risulterebbe già fatto.
Inutili e costose le Prefetture.
Inutile e costosa la Banca d’Italia visto che conta la Banca Europea
Il sistema delle privatizzazioni, in Italia, è fallito e non è detto che una nuova ondata di vendite serva a qualche cosa se non a impoverire i cittadini, privandoli di ulteriori gioielli di famiglia, e arricchire gli amici degli amici.
I dipendenti pubblici debbono essere chiaramente licenziabili. Deve comandare la parte politica dell’Amministrazione e non i funzionari. E’ la parte politica, infatti, che si sottopone con il voto al giudizio dei cittadini. Un Sindaco deve poter avere la propria squadra. I dipendenti dei Comuni, attraverso un’unica tassa, debbono essere pagati dai propri cittadini. Si eliminino tutte le altre imposte comunali.
Rifacendomi al secondo proverbio: “mettiti vicino a un povero e campa bene tutta la vita”, come Sindaco di Berceto posso portare degli esempi concreti di quanto i cittadini siano stati danneggiati dalle gestioni comuni dei servizi, seppur attuati da altri Enti pubblici come la Comunità Montana direttamente, o attraverso sue emanazioni come Montagna 2.000 e l’Asp (Azienda servizio alla persona).
La Comunità Montana, ad esempio, dal settembre 1990, attraverso una convenzione con i Comuni, si prese l’incarico di gestire una discarica comprensoriale e dal gennaio 2003 di tutto il ciclo integrato per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Si erano posti, tra l’altro, l’obiettivo di raggiungere sempre piu’ elevate quantità di raccolta differenziata per contenere i costi di smaltimento. Percentuali mai raggiunte, neanche ad anni di distanza, come ad esempio l’obiettivo del 35% nel 2006. Questo dato può far capire che anche Enti pubblici, soprattutto se insieme nei soliti carrozzoni, non riescono a migliorare il servizio e salvaguardare l’ambiente. L’altro aspetto grave, gravissimo, soprattutto per i cittadini di Berceto, è quello di aver subito una soprafatturazione, una “truffa” erariale di oltre il 32% che in soldoni vuol significare, solo per lo smaltimento, oltre 400.000 euro di maggior esborso quindi 167 euro per utente senza calcolare il cattivo servizio per la raccolta e il maggior costo che può essere calcolato analogamente. Un danno per i cittadini di Berceto di oltre 400 euro pari, ad esempio, ad una mensilità della maggior parte della fonte di reddito, dei miei concittadini: la pensione sociale. Solo per questo imbroglio, quindi, abbiamo posto la maggior parte dei cittadini di Berceto, nelle condizioni di non mangiare per un mese. Ora (marzo 2010), pur restando ben lontani da un ottimo servizio che solitamente viene fatto dai Comuni del Trentino, con una gestione diretta del Comune, pur attuando una modalità di raccolta porta a porta ovviamente più costoso che quella a cassonetti, arriviamo ad elevate % di raccolta differenziata, eseguiamo 5 spazzamenti meccanici a Berceto e Ghiare, 6 raccolte annuali d’ingombranti presso le singole abitazioni e 2 raccolte di vestiti usati, con una tassa (TARSU) che risulta la piu’ bassa, quella applicata dal Comune di Berceto, della Provincia e tutto il ciclo rifiuti, come recita la Legge, è a carico dei cittadini e non nascosto in altri capitoli del bilancio comunale che avveniva in passato raggiungendo, seppur ben nascosti, anche i 100.000 euro l’anno.
Altra assurda situazione è quella dell’acqua. Dal 1998 Berceto, sempre su proposta della Comunità Montana, è entrato in Montagna 2000. Da subito, pur essendo un Ente pubblico, la Comunità Montana, neppure s’è sognata di applicare la Legge e porre a carico della società di gestione i cespiti e le rate di mutuo dei Comuni per gli investimenti da loro fatti sulla rete idrica e su quella fognaria e di depurazione. La bolletta dell’acqua è subito lievitata e l’aumento, da allora, per i cittadini, è valutabile nel 250%. Ben superiore, quindi, a qualsiasi aumento Istat o tasso d’inflazione. Questo, però, non è tutto. A questa cifra dell’acqua, pagata direttamente dagli utenti, sono da aggiungere, a carico dei cittadini di Berceto, due costi subdoli: le rate dei mutui (il comune di Berceto, nel proprio bilancio ha iscritto 2.000.000 di mutui per le opere acquedottistiche e fognarie) che possono essere calcolate in circa 60.000 euro l’anno di rate e un ulteriore aumento, nelle bollette, dal 27 dicembre 2004, che riguarda le spese d’investimento. Investimenti che riguardano, ovviamente mutui che in parte o totalmente, sono stati riconosciuti da ATO ( AMBITO TERRITORIALE OTTIMALE mantenuto da ogni utente della Provincia di Parma con un sovrapprezzo sulle bollette. Altro Ente da eliminare) ma che per quanto dimostrato precedentemente, possono essere, investimenti, di tutti i Comuni ma non di quello di Berceto. I cittadini di Berceto, mediamente, attraverso le bollette dell’acqua, versano a Montagna 2000 circa 420/450.000 euro l’anno e a questa ingente somma si deve aggiungere circa 60.000 euro per le rate annuali dei mutui. Esborsiamo quindi oltre 500.000 euro l’anno per un servizio che vede spendere nel Comune di Berceto circa 100.000 euro per la manutenzione della rete, 60/70.000 euro per la gestione della depurazione e mediamente 50/60.000 euro per investimenti. Un totale, quindi, di 230.000 euro. Regaliamo, insomma, oltre 250.000 euro l’anno ad altri. Tutto questo ha iniziato ad avvenire dal 1998 ed è stato maggiormente pianificato (il regalo dei bercetesi alla Comunità Montana) dal 27 dicembre 2004. Siamo nell’ordine di un impoverimento di circa 3.250.000.
Lo stesso impoverimento inizia a manifestarsi con l’Asp (azienda servizio alla persona) che era già prescelta, addirittura, per avere in dono, da Berceto, la Casa Protetta Gino Cavazzini. Gettiamo già 20/30.000 euro l’anno pur avendo peggiorato, per i cittadini, il servizio. Com’è risaputo, anche se purtroppo non ha fatto scalpore come i “debiti” del Comune di Parma, il Comune di Berceto è il Comune piu’ indebitato d’Italia (dati Ministero dell’Interno). Definiamo tutto questo entrate problematiche ma gravavano con 6.500.000 (seimilionicinquecentomila) su entrate, nei primi tre capitoli, di circa 3.500.000. Battiamo lo Stato come % di indebitamento. Posso pensare, legittimamente, come Sindaco, che se il Comune di Berceto non avesse aderito alle gestioni associate, volute dalla Comunità Montana, oggi non avremmo problemi di bilancio e ogni cittadino di Berceto avrebbe in tasca 3.500 euro in piu’. Credo d’aver dimostrato come i ricchi campino bene alle spalle dei poveri e soprattutto che debbo riflettere molto, come Sindaco, Amministrazione e bercetese prima di aderire, andando tra l’altro, con l’adesione, contro la Costituzione, a Unioni di Comuni, convenzioni, servizi associati con altri Enti e in modo particolare con l’ex Comunità Montana sciolta nel 2008 con Legge Regionale ma molto attiva a mangiare soldi pubblici togliendoli ai montanari.
Mi chiedo come può essere tacciato di campanilismo un Sindaco che applicando la Costituzione cerca di tutelare i propri concittadini e il territorio del suo Comune?
E’ il dramma dell’Italia, a mio avviso: punire chi fa bene e premiare chi fa male. Luigi Lucchi Sindaco di Berceto.

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