“C’era una volta” – Intervista a Massimo Cantarelli

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Intervista a Fabio Massimo Cantarelli
Presidente Consorzio Agrario di Parma

Per “C’era una volta”…in Tavola, l’Associazione Palladium Productions si avvale di una collaborazione di tutto rilievo con il Consorzio Agrario di Parma, realtà quasi unica nel suo genere in grado di conciliare le regole del mercato e le necessità di un’alimentazione sana e controllata.
Da questo punto di vista l’Europa costituisce un occhio attento alla tutela del cittadino e, dunque, degli alimenti, privilegiando e agevolando le entità che fanno del rispetto delle norme produttive e degli ingredienti sicuri la loro forza.

D. All’interno di un contesto internazionale minacciato da OGM e simili, il vostro diventa anche un approccio “etico” nonché “storico” alla produzione di alimenti…
R. Negli ultimi anni, e oggi in misura maggiore a causa dei recenti avvenimenti di cronaca, il pubblico si preoccupa della sicurezza e della qualità dei generi alimentari. I consumatori vogliono essere certi del fatto che ciò che essi comprano nei supermercati o mangiano nei ristoranti sia sicuro, nutriente e faccia bene alla salute e che sia stato prodotto nel rispetto di determinate norme.
Oltre alle questioni relative alla sicurezza, un numero sempre crescente di persone si preoccupa della qualità del cibo che mangia. I consumatori richiedono un livello qualitativo quanto più elevato possibile agli agricoltori, alle imprese del settore agroalimentare e ai rivenditori.
Far fronte alle preoccupazioni dei consumatori quanto alla sicurezza nei campi e alla qualità dei generi alimentari è una dei punti fondamentali della mission del Consorzio Agrario di Parma.
Il Controllo della Qualità è una costante della filiera produttiva; alimenti sani e genuini che conservano il gusto ed i sapori antichi nel rispetto delle norme ed a beneficio del consumatore finale che resta il costante punto di riferimento.
Una missione tutta orientata a rendere più forte il sistema agricolo provinciale.

D. Ultimamente infatti state sviluppando progetti di filiera corta per facilitare anche una reperibilità e diffusione di quel cibo genuino e controllato tanto necessario, quanto spesso dimenticato. Come si sta sviluppando questa rete?
R. Il successo che hanno incontrato i distributori di latte crudo, per esempio è un esempio di filiera a circuito breve; la cosiddetta filiera corta. Filiera corta vuol dire un nuovo modo di concepire la relazione fra produttori e consumatori. Più in generale, la filiera corta, fa riscoprire due valori fondamentali della produzione agroalimentare: la freschezza e la stagionalità.
La filiera corta è anche un valore culturale in quanto favorisce la produzioni tipiche le tradizioni gastronomiche italiane e contribuisce alla conservazione della biodiversità. Ma a tutto ciò si aggiungano i notevoli vantaggi economici e ambientali. Attraverso la diffusione dei circuiti brevi si possono sensibilmente abbattere i costi energetici, come ad esempio quelli di trasporto, ridurre i tempi di conservazione e ridurre i quantitativi di rifiuti per imballaggi. Risparmi economici e ambientali traducibili in un minor consumo d’acqua ad uso industriale e di emissioni di anidride carbonica anch’essa prodotta dai processi industriali oltre che dal sistema della logistica.
Filiera corta vuol dire anche tracciabilità immediata e far crescere la cultura professionale degli agricoltori e valorizzare le risorse umane nel mondo rurale. Per concludere filiera corta vuol dire consumare “tricolore” e produrre per i propri connazionali.

D. Il Consorzio Agrario di Parma avete pienamente aderito e aiutato un’iniziativa come C’era una volta…in Tavola dedicata all’infanzia e all’educazione alimentare. Perché questa scelta?

R. Noi sosteniamo le iniziative volte a rafforzare il legame tra cibo e crescita culturale dei bambini. Abbiamo recentemente ultimato un progetto, denominato “FOODY” volto alla conoscenza e all’educazione alimentare in un’ottica di eco sostenibilità, ma l’iniziativa dell’Associazione Palladium Productions – “C’era una volta”…in Tavola – a cui il Consorzio Agrario aderisce e contribuisce- si struttura in maniera differente e pone al centro dell’interesse oltre ai bambini e la scuola, anche le famiglie e le istituzioni cittadine.
La sensibilizzazione passa attraverso una fruizione eclettica del messaggio cibo-cultura-salute per muoversi poi dal momento ludico e creativo, dove i veri protagonisti sono i più piccoli nel grande gioco della Nutrizione, a quello più informativo con i dibattiti e la rassegna di film destinati agli adulti.

D. L’Italia rappresenta un bacino importante soprattutto nello sviluppo del biologico. Come si muove il Consorzio Agrario in tal senso?
R. La cultura della qualità può considerarsi un valore insito nei consorzi agroalimentari che forse sono l’ultima roccaforte di questo valore, un valore volto a difendere le prassi produttive tradizionali dei prodotti locali in primis. Il biologico, come si sa, oltre che una qualificazione del prodotto, è una pratica di coltivazione atta a tutelare l’ambiente che invece deve rispondere, sia coltivato in modo convenzionale, sia biologico o biodinamico, a precisi standard sanitari.
Indubbiamente, le capofila di questi principi sono proprio l’Emilia Romagna e l’Umbria, ma non è da meno il resto del territorio italiano dove il principio della qualità è diventato un sicuro successo per l’esportazione d’eccellenza e il Made in Italy…iniziative come C’era una volta in Tavola, valorizzano il patrimonio di filiera locale e la tradizione portando all’attenzione anche delle nuove e nuovissime generazioni un bene da tutelare per il bene comune.

Ufficio Stampa
Associazione Palladium Productions

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