L’Europa decide per il sì al vino senza alcool ma i produttori italiani giustamente protestano. Nel lungo dibattito sul regolamento applicativo della riforma dell’Ocm vino è sulle pratiche enologiche che si sta delineando una nuova geografia enologica comunitaria.
“Dopo l’apertura dell’Europa – afferma la Coldiretti – ai miscugli ottenuti da vini provenienti da diversi Paesi Ue e alla possibilità di etichettare con la dicitura generica vino comunitario il vino sfuso e magari importato a basso costo, arriva la proposta di introdurre la dealcolizzazione parziale del vino”.
Si tratta di una pratica di cantina, finora vietata, volta a sottrarre, con tecniche industriali, dal vino una parte dell’alcol prodotto naturalmente dalla fermentazione.
Ed è la Francia, il principale e tradizionale concorrente del Vigneto Italia, a portare avanti la proposta, in un documento di lavoro non ufficiale messo a punto dagli uffici agricoli della Commissione europea.
La pratica dell’allontanamento dell’alcol dal vino non è ancora stata definita dall’Oiv (Organizzazione internazionale della vigna e del vino), ma sarà tra i punti all’ordine del giorno nei prossimi incontri di filiera che si terranno presso il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)