Vagare senza meta a Ostia, senza doveri né obblighi da assolvere, dà
una piacevole sensazione di libertà.
La mia unica preoccupazione riguarda le persone che non desidero
incontrare, anzitutto i finti amici o i veri integralisti.
Camminando, penso.
La scelta compiuta da parte dell’Episcopato italiano di intervenire
sulle questioni etiche (famiglia, eutanasia, aborto, riconoscimento
delle unioni di fatto e delle coppie omosessuali) ha prodotto una
ripresa di consenso nei confronti della Chiesa, ma al tempo stesso il
suo intervento ha avuto l’effetto di scaldare gli animi.
Non tanto nel senso della vecchia contrapposizione fra laici e
cattolici.
Le questioni etiche sono talmente gravi che anche chi non crede
condivide la parola della Chiesa su certe questioni, approvando il
diritto della Chiesa ad esercitare il potere diretto d’intervenire
nella sfera pubblica e nel conflitto politico ogni qualvolta le
decisioni da prendere riguardano questioni etiche che la Chiesa ritiene
essere in contrasto contro l’ordine naturale.
Tuttavia i confini del credere sono stabiliti di volta in volta
dall’individuo.
Perciò lo sforzo che la Chiesa cattolica sta compiendo per affermare
una dottrina consolidata che non può essere messa in discussione dalle
coscienze individuali né tanto meno fatta oggetto di compromesso
politico, si scontra con la secolarizzazione dolce che da qualche tempo
sta caratterizzando l’Italia.
Non c’è nient’altro da pensare.
Non ho nient’altro da dire.
Alla prossima!
Giurin giuretto, parola di lupetto.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)