“siamo sostanzialmente irrilevanti”
dall’altra c’e la mia esperienza di “blogger influente” in giro per l’Italia, le volte che negli ultimi tempi mi e’ capitato di metterci la faccia. Una esperienza molto forte che, se non avessi l’eta’ che ho e se non avessi smesso da tempo di credere alle favole forse mi avrebbe condizionato maggiormente.
Voglio dire: io credo che abbiano tutti ragione. Il blog che state leggendo e’ da un certo punto di vista influente, perche’ e’ aggiornato regolarmente da molti anni, perche’ lo leggono molte persone che lavorano nei media, perche’ lo segue qualche politico, perche’ quello che scrivo qui e altrove, e’ in qualche misura giunto all’orecchio a chi si occupa di tecnologia. Lo e’ anche se ha solo 2000 lettori al giorno, forse perche un discreto numero dei suoi lettori sono lettori particolari (un po’ la scusa che usano al Foglio per giustificare il fatto che non lo compra quasi nessuno). Ma hanno ragione anche quanti affermano, come Gaspar, che la blogosfera italiana (e questo blog dentro quella) e’ sostanzialmente ininfluente, per lo meno in relazione ai numeri che produce. Probabilmente il 98% dei blog compresi nella classifica di Qix hanno meno lettori di questo e la gigantesca nuvola della blogosfera italiana (o di una parte di essa) pubblicata dal Sole24ore qualche giorno fa e’ in qualche misura niente di piu di un fantasmagorico gioco di specchi.
Ora la domanda corretta da porsi sarebbe: quali sono le consegenze di questa asimmetria? Quanto incide concretamente la blogosfera italiana nel conteso generale della comunicazione in questo paese? Hanno ragione quanti vedono in molte tematiche che approdano nei grandi media una ispirazione-blog oppure si tratta semplicemente di una rete sociale di individui che studia molto se’ stessa e poco tutto il resto? E ancora: hanno ragione quanti affermano che i blog italiani hanno fino ad oggi prodotto contenuti e comunicatori deludenti dal punto di vista della loro capacita’ di interessare audiance piu’ ampie?
La domanda non e’ banale: o meglio lo puo’ essere per me che certo non bloggo da anni per ottenere risultati di visibilita’ o per stimolare proselitismi o movimenti di opionione (che ci crediate o no). Anzi per me – a dirla tutta – si tratta di una cosa proprio accademica: mi piacerebbe immaginare una blogosfera (o una parte di essa) che obbliga il Codacons a smettere di ladrocinare le telefonate di chi vuole iscriversi ad un movimento consumatori o che spiega agli italiani (convicendoli) che il Ministro Fioroni parla senza vergogna di cose sulle quali non ha alcuna competenza o che incide sulle prassi del marketing in questo paese dove le relazioni fra aziende e clienti sono all’eta’ dela pietra. Mi piacerebbe, ma poi se anche non accade io non sento sulle mie spalle nessun personale fallimento.
Il mio parere e’ che la blogosfera oggi faccia bene soprattutto a chi la frequenta e che questa sia una ottima ragione per essere rappresentato dentro la mappa di Ludo. Le persone che ho imparato a conoscere in questi anni dentro il microscopico spicchio di sfera che frequento sono state per me importanti (lo dico sempre lo so), mi hanno fatto crescere, mi hanno indicato argomenti interessanti, divertito, fatto compagnia. Sarei stupido se pensassi che tutto cio’ non e’ sufficiente.
Nello stesso tempo credo che, se non irrilevanti, i blog in questo paese, siano largamente sopravvalutati in termini di capacita’ di orientamento dell’opinione pubblica. E mi pare che se davvero una bolla c’e’ in giro di questi tempi (una bolla che riguarda sia la qualita’ dei contenuti che la possibilita’ di generare denaro dalla blogosfera) questa sia quella di chi pensa che con i blog si possa ottenere qualsiasi cosa. Forse e’ colpa dei blogger “influenti” che non valgono abbastanza, forse e’ colpa del “sistema” mediatico che certo in Italia e’ assai piu’ rigido che altrove, forse non e’ colpa di nessuno e quello dei blog-che-possono-tutto e’ uno dei soliti hype fornitici da questo universo accelerato.
Ma fortunatamente io non sono Howard Dean e se anche da queste parti continueremo a rimanere “ininfluenti” non sara’ la morte di nessuno.
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