Sono immerso nei miei pensieri che, in qualche punto del loro intreccio, del loro mulinello, contengono una variante della stessa domanda: perché anche a Natale c’è chi chiede a gran voce, nei confronti di migrati clandestini, pene assurde come il ripristino della pena di morte, le castrazioni chimiche, il carcere a vita, le gogne pubbliche e i castighi di ogni genere?
Cristiddio.
Fortuna che a Natale dovremmo essere tutti più buoni.
Non l’hanno fatta fuori dal vaso.
Non hanno razzolato male.
E’ solo sfiga nascere in paesi poveri.
Capperi, c’è Nativity a Cineland!
Vabbè, allora, per distrarmi, non mi resta che andare al cinema con mia moglie, il piccolo Alessandro e il suo amico Giulio con i genitori.
Mmh…: molto toccanti le sequenze della nascita e della fuga in Egitto.
Sfilano i titoli di coda, mentre usciamo.
Piccolo problema: i ragazzi disturbano.
Pino richiama Giulio, il figlio, che continua a saltellare.
Beh, non ci crederete, ma per farlo smettere gli molla un calcio, una pedata all’antica, a gamba dritta, nella parte più polposa del culo, come fossero due personaggi dei cartoni animati.
E questa è stata la fine del film.
Scritto da Mario Pulimanti (Lido di Ostia – Roma)
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