Mi chiamo Mario ed abito a Ostia.
Rientro a casa dal lavoro.
Sono seduto su un duro sedile di un vagone del metrò.
Socchiudo gli occhi, perso nelle mie riflessioni.
Sarà per il fatto che sono stanco.
Sarà perché mi sento una fame da lupi come mi accadeva quando avevo appena dato un esame all’Università.
Non lo so.
Però penso, penso, penso…
Non sono certamente un uomo con una posizione appetibile.
Sono solo un funzionario statale bloccato al nono livello da molto tempo.
Da quando va vanti questa storia?
Da 16 anni.
Funzionario statale suona, comunque, un po’ stalinista, a mio parere.
Penso ad un mio amico del quale sono stato il testimone di nozze.
E’ una cosa che fra uomini come me dovrebbe rappresentare un legame per tutta la vita.
Eppure ultimamente ci siamo visti poco.
Ho deciso, appena torno a casa gli telefono.
Parola di giovane marmotta.
Ma ecco che, riflettendo e rimuginando, a un tratto mi trovo, ahimè, coinvolto in mistiche congetture.
Mio malgrado, sia ben chiaro!
Ecco, davanti a me vedo il discepolo senza nome vicino a Maria di Cleofa, mentre al suo maestro crocifisso gli viene inferto un colpo di lancia nel petto.
Intanto Anna, il sacerdote assassino, ride del Gesù morente sulla croce, insieme a Satana, capo delle forze del male, che perde però la battaglia definitiva quando Cristo, l’Unto, risorge.
“Eli, Eli, lemà sabactàni?”
Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?
Io, cattolico ciellino, mi servo del dogma per uscire fuori dai miei dubbi razionali.
Quindi penso al Corano, che non ha difficoltà nell’esortare a diffondere le sue verità religiosa anche con la forza fisica.
E’ facile dire che la nostra arma è la parola.
Mi ricordo che alcuni giorni fa ho rivolto queste mie devote perplessità a Stefano, mio fratello.
Ricordo anche che lui, sornione, mi ha lanciato un’occhiata stupita, consigliandomi di non fumare troppo pakistano nero.
Mah…
Cosa avrà voluto dire?
La metro va e io continuo a pensare.
Il cattolicesimo non prevede la fine imminente di questo mondo e si aspetta l’instaurazione del regno di Dio, non tramite una campagna politico-militare, né mediante la conquista politica del potere.
Il suo messaggio è diverso da quello dell’Islam.
Questo anche per merito del pensiero politico liberale sviluppatosi in Occidente nel secolo scorso, anche per merito di cattolici-modernisti come Hugues-Félicité Robert de La Mennais, Jacques Maritain, Vincenzo Gioberti, Antonio Rosmini e Alessandro Manzoni, secondo i quali la religione è un’attività separata e distinta dalla politica.
Invece l’Islam è rimasto antico, non avendo mai operata questa separazione tra religione e politica.
E se Mazzini fosse nato a Beirut, invece che a Genova?
Ah, tra un pensiero e l’altro sono finalmente tornato a casa.
Alla prossima!
Scritto da Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
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