Festa della Repubblica 2006

Editoriale

Festa della Repubblica 2006Strano è ritrovarsi a festeggiare la Repubblica italiana sessant’anni dopo la sua nascita, dopo un famoso e discusso referendum, in una giornata, il 2 giugno, che ci viene in mente solo per la possibilità di allungare il ponte del fine settimana.

Sfortunatamente è venuto meno, con gli anni, il senso di Patria e di lealtà che la Bandiera italiana rappresenta.
Lealtà che dovrebbe venirci dai massimi organi dello Stato e che, sempre di più, mostrano un lato oscuro della politica:
l’opportunismo.

Il “sistema” politico italiano è allo sfascio e, sfortunatamente, lo è ancor di più dopo il famoso caso “mani pulite” che ha dato la possibilità a molti di entrare ad impegnarsi in politica.

Un caso simile, in altri Stati, avrebbe causato, come prima reazione, la “costruzione” di un sistema migliore:
regole certe a blindatura di quello che dovrebbe essere l’intento primo di ogni politico (e non solo a parole), il bene del Paese e dei suoi abitanti.
Così non è e così non è da tempo.

Tempo immemore.

I vari partiti, riuniti in coalizioni, entrano a far parte del Governo per poi farlo agonizzare, sotto il peso di continue pressioni, di ricatti, di ammonimenti, di scambi.

Ci ha pensato (ancora) un bell’articolo di Beppe Grillo a farmi uscire queste parole.
Resoconto veloce di quello che è l’articolo completo (di seguito)?

Come mai, lo Stato Italia, a differenza di molte “ditte” non viene guidato da persone capaci, che hanno saputo mettere in campagna elettorale ciò che sanno fare e ciò che hanno fatto.
Persone che ricoprono incarichi per le loro effettive capacità!

Insomma, sembra che l’unica poltrona che meriti un abile e rispettato professionista sia quella del Ministero dell’Economia.

Che schifo!

Chiacchiere e distintivo

chiacchiere_distintivo.jpg

Romano Prodi, il nostro dipendente al governo più alto in carica, ha nominato i ministri. Queste persone determineranno la politica dell’Italia dei prossimi anni. Mi sembra quindi opportuno chiedere le motivazioni delle nomine. Sono incarichi pubblici, di dipendenti che paghiamo noi, che potranno cambiare il nostro futuro.
Mastella alla Giustizia, perchè? Di Pietro alle Infrastrutture, perchè? D’Alema agli Esteri, perchè? Vorrei sapere il perchè delle scelte. Essere confortato che ci sia una ragione di competenza, di tutela del Paese, di esperienza dietro ad ogni persona. Non vorrei che ci fossero valutazioni politiche, di rappresentanza, di spartizione del potere. Non voglio neppure pensarlo. Non ci credo.

Però, un piccolo tarlo mi rode. I soliti cattivi pensieri. E se un ministro, anche solo uno, non fosse lì per effettive capacità, ma per qualche ricattino, per una sua voglia di protagonismo?
Per sicurezza vorrei le motivazioni, le credenziali.
Invito i ministri che lo ritengono ad esporle con una lettera al blog insieme agli obiettivi che si propongono di ottenere in questa legislatura.
Sarò felice di pubblicarle insieme ai commenti.

Forse mi sono montato la testa. Forse il blog ha un tasso alcolico troppo elevato. Ma credo che sarebbe un bel gesto se alcuni ministri si mettessero in gioco in rete, in modo diretto con le persone da loro rappresentate.
Un segnale che le cose stanno cambiando.

Di Beppe Grillo

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