L’Italia è leader mondiale nello studio del piacere femminile

Attualità e Società

Le eccellenze italiane sono ancora molte, e forse tra i primati più originali detenuti dal nostro Paese c’è quello sugli studi relativi al piacere e all’eros femminile.  Spetta infatti ad un team italiano coordinato dalle due Università de L’Aquila e di Tor Vergata a Roma il merito di aver finalmente chiuso l'”affaire pungo G”. L’esistenza del punto G ha sempre suscitato polemiche e dibattiti feroci, rivelandosi un argomento controverso fin dalla sua nascita, visto che l’invenzione venne erroneamente attribuita al dottor Grafenberg. In base alla cosiddetta teoria del punto G, esisterebbe nella vagina un punto dotato di maggiori terminazioni nervose che scatenerebbe un piacere particolarmente intenso. A partire dalla “scoperta” del punto G, si sono moltiplicate le teorie sul doppio piacere femminile, uno proveniente dal clitoride (clitorideo) e un altro dal punto G (vaginale). Mentre il primo, però, è stato sempre riconosciuto da tutte le donne, il secondo non ha mai messo d’accordo tutte, visto che solo alcune donne ammettevano di riuscire a provarlo.

Come mai? Era una questione di frigidità? Per fortuna no, era solo un problema di ignoranza e falsi miti, visto che la scoperta italiana oggi smentisce con assoluta certezza l’esistenza del punto G e del doppio piacere. Il piacere femminile è uno solo e proviene da un’area che ha il suo epicentro nel clitoride ma che include anche altre zone limitrofe disegnando un’area denominata CUV (complesso clitoro-uretro-vaginale) che include tessuti, muscoli, ghiandole e utero. Questa zona si profila come particolarmente dinamica e reattiva, assolutamente non passiva. Anche se il piacere femminile continua a restare in gran parte un mistero, la scienza può dire di aver finalmente fatto un passo in avanti.

Nel frattempo, dove la scienza non è ancora arrivata, è arrivato il marketing. Già da anni, infatti, il piacere femminile è stato sdoganato e liberato di tutti quei pregiudizi che lo volevano impuro, sbagliato e soprattutto superfluo. Oggi le donne sono molto più consapevoli che in passato del proprio corpo e non hanno paura di andare alla ricerca del piacere o di istruire il partner in merito. A dimostrarlo ci pensano anche i dati sulle vendite dei sex toys, che fino a qualche anno fa erano oggetti proibiti acquistati dagli uomini in segreto, mentre oggi sono diventati oggetti d’uso comune di cui parlare liberamente anche a tavola. E non a caso il boom delle vendite dei gadget “hot” dipende in gran parte dall’aumento della clientela femminile, che ha ormai raggiunto e superato quella maschile (su 100 clienti, ci sono 60 donne e 40 uomini). Il settore p in crescita e continuerà a crescere, grazie all’aumento della richiesta ma anche dell’offerta, con un numero sempre più alto di gadget sul mercato e di shop specializzati sia sul territorio che online. Per rendersi conto che qualcosa è cambiato, basta dare un’occhiata alla vetrina di un qualunque shop online, dove non solo prevalgono colori luminosi e atmosfere giocose (burlesque, verrebbe da dire…) ma dove si trova ogni genere di gadget, da quelli classici per i professionisti dell’amore a quelli spiritosi e ironici come i vibratori strani e di design. Il sexy shop ha perso la sua fama di negozio di basso livello ed è diventato un negozio in cui fare shopping per divertirsi, fare un regalo simpatico o sperimentare nuove forme di gioco e trasgressione. Tutti vogliono sentirsi diversi per un giorno…

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