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Per anni il Governo Centrale ha imposto tagli alle amministrazioni periferiche. Tagli che si sono innanzitutto configurati come minori servizi erogati, spesso con maggior danno proprio a carico delle fasce sociali più deboli. L’impatto di questi tagli è stato nel corso del tempo attutito dalle Associazioni di Volontariato e dalle Onlus che vanno a costituire quel Terzo Settore andato ingrandendosi man mano che lo Stato Centrale lasciava dietro di se un sempre maggior vuoto di servizi ed assistenza.

Per anni queste Associazioni e queste Onlus hanno (come si dice in gergo) mandato avanti la carretta in mezzo a mille problemi, burocratici da una parte, ma anche economici, tanto da essere spinte ad aumentare sempre più le loro iniziative di fundraising non facendo più solo affidamento sulle classiche donazioni ma intraprendendo anche iniziative di vero e proprio commercio come la vendita di bomboniere solidali, per eventi come matrimoni, battesimi, ecc.

Oggi finalmente a livello governativo è maturata la percezione che l’evoluzione del Terzo Settore non può essere lasciata a se stessa ma deve essere sostenuta e regolata dallo Stato che ha tutto l’interesse nell’avere al suo fianco un Terzo Settore forte ed organizzato.

La Riforma era stata anticipata dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi nella scorsa primavera. Negli ultimi giorni invece il Consiglio dei Ministri ha provveduto a varare se non altro l’impianto della Legge delega che verrà poi proposta alle Camere. Impianto che si basa fondamentalmente su 7 diversi articoli; quelli che però contengono al loro interno le principali novità sono l’articolo 2, l’articolo 5, l’articolo 6 e l’articolo 7.

Nell’articolo 2 vengono marcati quelli che saranno gli obiettivi di questa riforma ovvero: il riconoscimento del diritto di associazione, il supporto alle iniziative senza scopo di lucro, la riorganizzazione delle procedure per il riconoscimento giuridico di Onlus ed Associazioni, la promozione degli strumenti di organizzazione democratica all’interno di queste realtà e la semplificazione del Registro Unico del Terzo settore.

Nell’articolo 5 si parla invece della volontà di istituire un nuovo servizio civile nazionale universale che andrà a coinvolgere circa 100 mila giovani tra i 18 ed i 28 anni.

Si parlava prima di fundraising; ebbene anche nel progetto di riforma del Terzo settore ed in particolare nell’articolo 6, si da ampio spazio agli aspetti fiscali che regolano non solo la vita delle associazioni ma anche gli strumenti di raccolta fondi come il 5×1000 o le donazioni da imprese e privati per i quali sono previste procedure di deducibilità semplificate.

Infine nell’articolo 7 si parla dei fondi messi a disposizione dal Governo per questo progetto di riforma; dovrebbero esserci circa 300 milioni per il servizio civile nazionale mentre 60 milioni dovrebbero aggiungersi ai 400 che già arrivano dalle donazioni del 5×1000.

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