Protesi del seno: dal vetro ai materiali innovativi per migliorare la qualità di vita delle pazienti

Salute e Benessere

Nel 2010, le persone nel mondo che si sono sottoposte ad un intervento di chirurgia estetica del seno hanno superato il milione e mezzo. Di esse, ben 75225 erano in Italia, e infatti il nostro paese compare al terzo posto nella graduatoria mondiale degli interventi di chirurgia estetica.
Sembra che anche nel 2015 le richieste di intervento al seno continueranno ad andare per la maggiore nella penisola, precedute solo dagli interventi al naso e alle palpebre.
Quali sono le ragioni che spingono molte donne ad intervenire chirurgicamente sul proprio corpo? La prima ragione è estetica: il seno è una delle zone più importanti nella percezione della femminilità e della propria bellezza. Averlo troppo piccolo, grande o deformato dai segni del tempo può essere fonte di grandi insicurezze per una donna. C’è poi l’influenza dei modelli estetici, che porta alcune donne a seguire delle mode o a sentirsi inadeguate rispetto agli standard. Negli anni Sessanta, ad esempio, la chirurgia del seno visse un boom grazie al successo di icone femminili giunoniche del calibro di Marylin.
Non dimentichiamo che ci sono anche donne che hanno l’esigenza di ricostruire il proprio seno in seguito all’asportazione di un cancro. Questo intervento serve alle pazienti per superare il trauma della malattie e ricominciare una vita normale.
Le prime sperimentazioni di chirurgia plastica del seno risalgono all’Ottocento, quando si diffuse la pratica delle infiltrazioni di paraffina per gonfiare le mammelle. Purtroppo, i medici si resero ben presto conto che la paraffina poteva provocare problemi anche molto gravi alle pazienti. Negli anni venti e trenta del Novecento si provò a rimodellare il seno asportando delle masse di grasso sottocutaneo da altre zone del corpo ed applicandole sul petto, ma la chirurgia non era ancora matura per riuscire nell’intento.
Negli anni Cinquanta si ebbe un’intuizione: quella di applicare sottopelle delle protesi per aumentare il volume e cambiare la forma del seno. Peccato che le prime protesi fossero davvero troppo rudimentali: spugne, sfere di vetro e addirittura protesi in legno, ma mai nulla che fosse abbastanza sicuro per la salute e soddisfacente su un piano estetico.
Negli anni Sessanta, un medico americano del Jefferson Davis Hospital di Houston ebbe finalmente l’illuminazione stringendo tra le mani una sacchetta di plastica piena di sangue, che gli diede – avrebbe raccontato in seguito – l’impressione di maneggiare un seno femminile.
La prima operazione con delle protesi morbide piene di liquido venne svolta dal medico, il cui nome era Franck Gerow, insieme al suo collega Thomas Cronin su una paziente che non mostrò in seguito né rigetti né complicazioni. Anzi, a più di ottant’anni, la donna venne intervistata e si dichiarò fiera di aver aiutato i pionieri della chirurgia al seno.
Oggi gli interventi al seno sono molto sofisticati e hanno ridotto al minimo le controindicazioni chirurgiche. Le cicatrici sono quasi invisibili, le protesi sono resistenti e costruite in modo da non rompersi con facilità ed avere un aspetto più naturale. Tutto questo, ovviamente, se ci si rivolge a cliniche serie ed affidabili di chirurgia estetica del seno ed a medici di primo livello, realmente attenti alla salute delle pazienti.
Nella chirurgia estetica contemporanea, vengono usate prevalentemente due tipologie di protesi: le protesi al gel in silicone e le protesi saline. Le prime vengono riempite con il silicone, un materiale che regala un aspetto estremamente naturale e morbido al seno rifatto, ma che può dare problemi in caso di rottura perché il silicone non viene assorbito dall’organismo.
Al contrario, le protesi saline (riempite con soluzione fisiologica salina) sono meno pericolose in caso di rottura ma non hanno la stessa morbidezza al tatto.
Nel 2014, un’azienda italiana ha presentato delle protesi realizzate con un materiale innovativo che stimola la rigenerazione cellulare e si degrada lentamente senza bisogno di essere asportato chirurgicamente. Questo materiale verrà usato per la ricostruzione del seno in seguito ad un tumore, ma è possibile che indichi anche alla chirurgia estetica una nuova strada da seguire.
Le protesi mammarie, comunque, non si distinguono l’una dall’altra solo per il materiale, ma anche per la forma. Esistono infatti protesi anatomiche e tonde. Le prime si adattano alla forma del seno e possono modellarlo a seconda della forma desiderata, ma sono più difficili da collocare. Le seconde sono più semplici da posizionare ma la forma che assumono dipende come per i seni veri dalla forza di gravità che agisce su di essi.

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