C.S. Laminam: nessun segreto

Dibattito Eco e Natura Lavoro

Da quando Laminam S.p.A. si è insediata a Borgo Val di Taro è stata sottoposta a oltre 100 visite ispettive: controlli, verifiche, campionamenti e analisi dell’operato aziendale da parte delle Autorità.
Ad ogni richiesta dell’Amministrazione è sempre stato fornito riscontro, ad ogni iniziativa è sempre stato dato seguito.

Spiace apprendere la notizia che sia stata presentata un’interrogazione alla Camera dei Deputati al fine di “sapere” ciò che è già sotto gli occhi di tutti e accessibile sul portale istituzionale della Regione Emilia-Romagna.
L’interrogazione citata nel Vostro articolo di InValtaro.it pubblicato il 24 luglio 2019  (riferito a La Repubblica – Edizione di Parma)  prende spunto dalla decisione della Regione Emilia Romagna di accogliere la richiesta di segretazione di alcuni dati tecnici, industriali e commerciali coperti da brevetti internazionali. Si tratta infatti di informazioni (relative alla composizione delle materie prime utilizzate nella produzione) e know-how relativo all’impianto aziendale che costituiscono il cuore produttivo della Società e quindi necessitano di essere protetti dal segreto industriale.
Laminam S.p.A. rappresenta un fulgido esempio di eccellenza “Made in Italy”: la Società esporta i suoi prodotti in Europa e Nord America, Paesi del Golfo, Russia ed Estremo Oriente e vanta un’ampia distribuzione mondiale. La sua forza risiede nell’innovativa tecnologia produttiva finalizzata alla creazione di lastre ceramiche di grandi dimensioni che trovano applicazioni nel migliore design internazionale e nell’architettura d’interni e di edifici.

Nessun segreto e nulla da nascondere. Solo un patrimonio (orgogliosamente italiano) da tutelare, con la salvaguardia sia delle persone che contribuiscono giornalmente al successo di Laminam sia delle risorse strategiche da cui dipende la capacità dell’impresa.

Come è noto e vale la pena di ricordare, Laminam S.p.A., si è resa disponibile a partecipare a due importanti confronti istituzionali e pubblici diretti ad approfondire lo studio della qualità dell’aria e dei profili sanitari, ovvero:
1. al Tavolo di Garanzia della Regione Emilia Romagna, che ha coinvolto Istituzioni, figure professionali specifiche e associazioni ambientali, sindacali, datoriali rappresentative del territorio;
2. al Comitato Tecnico Scientifico, formato da referenti di alto profilo scientifico designati dai componenti dello stesso Tavolo di Garanzia, supportato dalle massime autorità dello Stato in materia, ovvero Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto sull’Inquinamento Atmosferico  (CNR-IIA) e Istituto Superiore di Sanità (ISS), con il compito di approfondire l’eventuale sussistenza di una correlazione ed evidenza scientifica, di una connessione di causa ed effetto tra i fastidi odorigeni e i sintomi di carattere sanitario avvertiti in Borgo Val di Taro.

Ebbene: i risultati delle indagini ambientali e sanitarie svolte dal Comitato Tecnico Scientifico con l’ausilio del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (CNR-IIA) e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), hanno escluso qualsivoglia collegamento tra i disturbi lamentati dalla popolazione e le emissioni provenienti da Laminam che, in ogni caso, sono ampiamente entro i limiti di legge.

Basti ricordare che proprio l’Assessore regionale all’Ambiente, nel corso della Conferenza Stampa di presentazione dei lavori conclusivi avvenuta in data 16 marzo 2019, ha affermato che “Nessuna delle sostanze analizzate raggiunge le soglie di effetto sulla salute e non sussistono condizioni di pericolo per i cittadini. Anche le indagini specifiche sulle emissioni di Laminam confermano questo quadro e danno gli stessi risultati”. Aggiungendo poi che “Tutto il lavoro svolto e in corso si è avvalso delle più moderne tecniche di analisi e interpretazione dei risultati, tenendo conto anche degli aspetti tossicologici, muovendosi al di là delle normali attività di vigilanza e controllo previste dalla normativa. Sono state ricercate sostanze aggiuntive rispetto a quelle solitamente indagate in studi di questo genere e l’interpretazione dei risultati analitici è stata fatta con un approccio molto cautelativo. Oltre a verificare il rispetto dei limiti normativi, si è fatto di più: è stato accertato il rispetto del Dnel (Derived no effect level), l’indicatore che esprime la soglia al di sotto della quale non si osservano effetti avversi sulla salute”.

In particolare, la relazione conclusiva del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (CNR-IIA) intitolata “Valutazione delle emissioni derivanti dalle lavorazioni effettuate presso l’impianto Laminam situato in Borgo Val di Taro” concludeva significativamente che: “è necessario supporre la presenza di altre importanti fonti emissive antropogeniche (vedi: rapporto toluene/benzene, trimetilbenzene) o naturali (p.es. decanale)”.

Circostanza confermata anche dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale dell’Emilia Romagna, che nella “Relazione conclusiva dell’indagine per la ricerca di specifiche componenti inorganiche”, evidenzia che i valori risultano inferiori al limite di rilevabilità strumentale.

Pertanto non solo non ci sono e non c’erano notizie da occultare, ma si tratta di evidenze liberamente (e facilmente) accessibili da chiunque tramite il portale istituzionale della Regione Emilia Romagna, che riporta l’intero percorso citato.

L’ambiente è un bene supremo e collettivo che merita l’attenzione di tutti, soprattutto di chi ha una responsabilità politica.
Laminam S.p.A. si è guadagnata sul campo il titolo di “impresa verde”. Se permangono disturbi in Val di Taro bisognerà avere il coraggio di indirizzare la ricerca altrove.

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