Essere dei traduttori professionali oggi è forse più semplice rispetto a quanto non lo fosse fino a una ventina di anni fa: il web, infatti, ha moltiplicato le opportunità di lavoro, e grazie a Internet si possono ricercare e ottenere collaborazioni in ogni angolo del mondo restando comodamente seduti a casa propria. Ciò non toglie, in ogni caso, che per diventare traduttore professionale sia necessario intraprendere un iter impegnativo, dal momento che si tratta di una mansione che richiede una formazione adeguata e, soprattutto, un alto livello di professionalità.
Vale la pena di sgombrare subito il campo dagli equivoci precisando che il percorso formativo non è univoco e uguale per tutti: ognuno può scegliere la strada che preferisce, anche se ovviamente ci sono dei paletti di cui è bene tener conto. Insomma, una laurea in lingue e letterature straniere è di sicuro il miglior viatico per presentarsi al mondo del lavoro, meglio ancora se conseguente a un diploma ottenuto in un liceo linguistico. Che all’università si opti per la facoltà di traduzione e interpretariato o per un’altra strada, poco cambia: e anche un eventuale corso di specializzazione, pur essendo certo molto utile, non è indispensabile per una carriera nel settore.
Di cosa c’è bisogno, allora, per sfondare? Chiaramente, di competenze sia teoriche che pratiche: una conoscenza perfetta dei vocaboli e della grammatica è solo un contenitore vuoto, che deve essere riempito con la consapevolezza del patrimonio e del retroterra culturale della lingua di riferimento (o, per meglio dire, delle lingue di riferimento, perché prima di specializzarsi in una lingua straniera è fondamentale conoscere alla perfezione l’italiano: un aspetto che, purtroppo, viene sempre più sottovalutato).
La pazienza e la passione sono solo due delle doti che si richiedono a chi vuole fare questo lavoro, ma un’altra caratteristica di cui non si può fare a meno è la determinazione: a questo proposito, occorre sapere in quale campo della traduzione si ha intenzione di specializzarsi. Tra le traduzioni di un libro di poesie e quelle di un contratto di acquisizione di una società c’è tutto un mondo, un corridoio praticamente infinito: non si può pensare che chi si occupa delle prime sia in grado anche di effettuare le seconde. Per questo motivo ci sono traduttori tecnici, traduttori letterari, traduttori giuridici, e così via. Detto che la conoscenza dei CAT tools rientra ormai tra le skills richieste in ogni ambito, non resta che sottolineare che in Italia non ci sono albi professionali.