Caro Matteo Renzi: lettera dal Sindaco di Berceto

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matteo renzi

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Caro Matteo Renzi,
nella certezza che, sciogliendo la riserva, accetterai di essere il prossimo Presidente del Consiglio, potrebbe essere l’occasione per esporre, scrivendoti come Sindaco, di tante questioni che ritengo molto importanti, supponendo che puoi ben comprendere – a differenza di altri – di che cosa io stia parlando.

Mi limito, invece, a raccontarti una cosa piccola piccola, fresca di stamattina, che può apparire addirittura marginale, ma – per me – molto significativa ed istruttiva.

Condividendo il pensiero di Dostoevskij, tale per cui anche le piccole cose hanno la loro importanza, perché è sempre per le piccole cose che ci si perde, rifletto e mi scoraggio comprendendo che il fondo – nella nostra Italia, che tu ci accingerai a governare – è stato toccato da tempo e, con celerità, serve una rivoluzione e, forse, neppure incruenta.

Una delle più efficienti impiegate del mio Comune, questa mattina, alle ore 11, è stata incaricata di fare un ordine di acquisto, per il Comune, di carta igienica e carta per fotocopiatrici, il cui valore complessivo è di circa 400 euro. Rispettando le leggi, che peraltro condivido benché, a mio avviso, in un piccolo comunello di montagna, non sia plausibile dedicarsi ad una quisquilia, congelando quelle attività comunali dovute, per cui la cittadinanza esasperata paga tasse e gabelle, come i servizi sociali e l’assistenza alle attività produttive locali. Volendo evitare incresciose ed imbarazzanti situazioni, tanto alla fotocopiatrice quanto nei bagni, l’impiegata si è messa subito all’opera sul sito del MEPA (mercato elettronico della pubblica amministrazione), analogo a quello della Consip, per ricercare i prodotti da noi esauriti ed i relativi prezzi, con lo scopo, giustamente, di trovare il fornitore che applicasse l’offerta economica migliore.

Ebbene, il sito del MEPA è lentissimo, s’inchioda sempre, scade la pagina e serve iniziare nuovamente dal principio. Per visualizzare ogni prodotto servono mediamente dai 30 ai 40 minuti.

Se il Comune fosse un’azienda, nel costo finale, altresì detto costo industriale, andrebbe conteggiato anche il tempo che vi si deve dedicare alla ricerca e che viene silentemente sottratto ad attività più importanti e pregnanti per i cittadini.
Riscontro che, così facendo, il fornitore delle graffette potrebbe essere di Bolzano, quello delle matite di Lugo e quelle delle gomme – che servono a cancellare le matite romagnole – potrebbe parlare siciliano.
Oltre ad attendere i tempi di spedizione e consegna si scoprirà, solo dopo, che il singolo prodotto, inizialmente a buon prezzo, proprio per i tempi di attesa, le spese di spedizione ed altro, alla fine del processo viene a costare uguale o molto di più che se fosse stato acquistato nel negozietto sottocasa.
E per la carta igienica, il tempo di consegna è tutto.

Chi ha concepito il Mepa e la Consip penso – e gli riconosco – abbia avuto un’idea di buon senso, un modo indolore per far risparmiare denari di tutti, denari pubblici. La sua “invenzione”, però, viene imposta con norme assurde che non tengono conto delle quantità e degli importi ed è applicata da funzionari, forse ottusi, che ben si guardano dal capirne le finalità.
In Italia, insomma, anche quando si trovano metodi, pure trasparenti, per spendere meglio, vi applichiamo la nostra mentalità d’irresponsabili a livello amministrativo e lo sfizio di rendere tutto complicato e costoso con tanta burocrazia degli Enti pubblici. Risultato è che la mia carta igienica e la mia carta da fotocopie, sommandogli il costo di due ore di lavoro di una buona impiegata e tutta la burocrazia che ancora debbo seguire, costeranno nella realtà oltre 600 euro. Un conto ben più salato, quindi, che nel piccolo market del mio paese.

Succede lo stesso, caro Renzi, di quando anni fa, in segno di protesta si era dimesso il capo operaio del Comune, perchè per risparmiare un ero su una scatola di chiodi (il Comune ne usa 5 scatole in un anno) doveva fare, tra andata e ritorno, circa 70 km, per raggiungere il negozio di ferramenta, che applicava questo sconto, senza che nessun dirigente se ne meravigliasse, forti del fatto che la legge era rispettata. In definitiva, il Comune per risparmiare un euro – senza che nessuno della struttura, fatta esclusione del capo operaio che s’è licenziato, se ne preoccupasse – spendeva 15 euro di carburante e sprecava due ore di un suo dipendente. Alla fine, la scatola dei chiodi non costava un euro in meno, ma 35 euro in più.

L’ultimo esempio di spreco ed indice di una mentalità terrificante, caro Matteo, è che ho firmato un contratto con le Ferrovie, proprio a Firenze, per avere in uso, come Comune, la stazione ferroviaria di Berceto, da tempo in disuso. Ebbene, sono servite 24 marche da bollo. Tutto questo a mio avviso può avvenire perché non c’è sdegno.
Chi può prendere, in un Comune, decisioni di buon senso? Chi prendesse decisioni di buon senso in che guai incorre?
Caro Matteo, se hai una risposta e – soprattutto – una riforma efficace falla subito, con coraggio, è la più importante di tutte.

Invece di dare incarichi a esimi professori, manager, ecc. per proporre riforme, risparmi, semplificazioni, mettimi alla prova: dammi un incarico della durata di un mese a titolo gratuito. Resto in attesa.

Grazie
Luigi Lucchi Sindaco di Berceto

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