La mia firma, sull’intesa, sottoscritta questa mattina a Parma presso l’auditorium del Palazzo del Governatore, campeggia subito dopo quella dell’Assessore Regionale Alfredo Peri, del Sindaco di Parma Federico Pizzarotti e del direttore Generale di Lepida Gianluca Mazzini.
L’ho fatto con una pistola puntata alla tempia per non danneggiare i miei concittadini che hanno bisogno, come il pane, di infrastrutture informatiche, di banda larga, d’innovazione e cercare di non restare ai margini, come territorio, di queste importanti innovazioni.
Come cittadino, innamorato della democrazia e di un uso razionale delle risorse, direi come politico, invece, giudico la giornata, l’avvenimento odierno, molto triste: “La pietra tombale sulla Provincia calata con soddisfazione dalla Regione Emilia Romagna”. Ironia della sorte la pietra è stata calata da un assessore regionale di Parma; Alfredo Peri già V. Presidente della Provincia con il compianto Andrea Borri.
La Regione, infatti, con questa intesa, sostituisce il ruolo di coordinamento dell’Amministrazione Provinciale con quello del comune capoluogo. Dimostra, insomma, il suo vero volto. Quello di voler far morire le Province per salvare se stessa. Senza Province chi avrà il coraggio di riformare le Regioni. Di togliere, eventualmente le Regioni, nonostante la loro burocrazia ottusa, i loro sprechi, i loro disservizi e lontananza dai bisogni reali dei cittadini.
Morte tua, infatti, vita mia. Nessuno mette in dubbio la differente importanza che può rivestire e riveste il Comune di Parma rispetto al Comune di Berceto. Voglio invece riaffermare gli eguali diritti dei cittadini di Berceto a quelli di Parma. E’ un principio inalienabile verso il quale si tendeva, seppur con risultati modesti, sempre faticosi, grazie all’azione Istituzionale della Provincia. D’ora innanzi, con la strategia nefasta della Regione, tendente ad annullare anzitempo il ruolo delle Province, non ci sarà neppure piu’ il tentativo di rispettare questo principio. Inoltre, a mio avviso, è ben leggibile la campagna acquisti della Regione verso l’Amministrazione, un tempo ritenuta ostile, di Pizzarotti.
Credo che presto, grazie ad Atersir (altro carrozzone voluto dalla Regione), il Comune di Parma, nell’ambito dell’acquisto del sindaco ostile, sarà sollevato dai costi di governare le acque bianche. Costi che sono di diversi milioni l’anno nonostante, poi, si allaghino i sottopassi ad ogni acquazzone. Costi che verranno caricati nelle bollette dell’acqua di tutti gli abitanti della Provincia. Ancora una volta, grazie alla Regione, i poveri cittadini della montagna manterranno quelli della città. Venendo a mie osservazioni concrete ho forti dubbi sulla sicurezza dei dati e comunque non ho notato la preoccupazione necessaria nonostante che la discussione sul grande fratello sia mondiale soprattutto ora con l’infortunio dell’Amministrazione Obama. Da inguaribile razionalista, poi, mi chiedo perché non si ascoltino mai esperti come Andrea Pontremoli che alcuni anni orsono proponeva, dalle colonne del Sole 24 ore, datacenter come questi in montagna e per diversi motivi pratici: funzionano meglio, costano meno e creano posti di lavoro in luoghi in cui è difficile avere fabbriche.
Negli Usa nessun datacenter è in città. Queste macchine producono calcoli, dati ma anche calore e assorbono energia. In montagna il calore può essere utilizzato almeno 9 mesi l’anno, ad esempio per scaldare una scuola o una casa di riposo e certamente non servono condizionatori, refrigeranti e inoltre la montagna può produrre energia rinnovabile per fornire l’energia anche a questo centro.
Ancora una volta, grazie alla Regione, il riequilibrio territoriale resta una parola che i politicanti regionali usano con gli allocchi in campagna elettorale.
Luigi Lucchi Sindaco di Berceto
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