La nostra Amministrazione ha sempre sostenuto che non avrebbe conferito all’ASP di competenza né la Casa Protetta comunale “G. Cavazzini” né il SAD, servizio di assistenza domiciliare; benchè, il 5 marzo 2008 il Consiglio Comunale e la Giunta precedenti avessero deliberato di aderire alla stessa e di approvarne lo statuto e la convenzione.
Secondo il cronoprogramma della Azienda Servizi alla Persona “Cav. Rossi Sidoli”, entro giugno di quest’anno avremmo dovuto conferire sia il SAD che la Casa Protetta, ovvero i rapporti contrattuali ed economici relativi non avrebbero più fatto capo al Comune ma all’ASP stessa.
Diversamente, la gestione attuale di Aurora Domus Cooperativa Sociale, frutto di successive proroghe all’iniziale contratto (ultima, in ordine di tempo, la delibera n°38 dell’aprile 2009 che estendeva l’affidamento a tutto marzo di quest’anno) è riconosciuta positivamente sia dagli ospiti della Casa Protetta, e fruitori dei servizi, sia dai famigliari degli stessi. E’, forse, in virtù di questo buon rapporto di reciprocità tra la Comunità e la gestione, che la Cooperativa Aurora ha sorvolato sul quel 1.600.000 euro di debito che il Comune di Berceto aveva accumulato nei suoi confronti e maturato prima del giugno dello scorso anno.
Il Comune di Berceto, rappresentato dall’attuale amministrazione, consapevole di non poter gestire direttamente i servizi di assistenza agli anziani intra et extra moenia, ma – soprattutto – di non avere la possibilità economica di arginare questa voragine (anche perchè l’incasso annuale delle rette a stento copre le uscite dei relativi capitoli di bilancio) e nella certezza di essere chiamato ad un atto di responsabilità nei confronti del passato e del futuro, ha deciso di “convertire” le proroghe contrattuali con Aurora in un contratto di servizio, come imposto dalla normativa. sull’accreditamento dei servizi sociosanitari ed entrata a regime dal 15 marzo scorso con la pubblicazione sul BUR della delibera di giunta regionale n°2110 del 21 dicembre 2009.
Il contratto di servizio non è una vendita, ma una forma contrattuale con la quale un Ente pubblico affida ad un gestore determinati servizi con eventuale trasferimento anche dei beni strumentali atti allo svolgimento del servizio medesimo. Se poi il gestore è un soggetto privato, quale è appunto la cooperativa, il contratto di servizio si concretizza solo se lo stesso disponga sia dei beni strumentali che delle risorse umane. Mentre, invece, lo statuto dell’ASP Cav. Rossi Sidoli autorizza l’Assemblea dei soci a trasformare il patrimonio da indisponibile a disponibile – laddove non lo fosse – ed ad alienare il patrimonio disponibile.
Nel redigere il contratto di corso trentennale con Aurora, peraltro rescindibile in caso di inadempienze, giustificato anche dalle procedure in materia di durata e rinnovo per la concessione dell’accreditamento definitivo, oltre ad aver insindacabilmente mantenuto la proprietà della struttura della Casa Protetta e dei beni interni ad essa, abbiamo garantito la continuità lavorativa ai cittadini di Berceto dipendenti della cooperativa ed alle due dipendenti dirette del Comune che tali rimarranno. E lo sottolineo.
E’ ufficiale che da ieri, 30 aprile, il debito con Aurora Domus è stato estinto e che, al termine del contratto, la cooperativa avrà riconosciuto al nostro Comune un importo di 2.850.000 euro oltre ad aver sostenuto i costi annuali per la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile e per le retribuzioni ed i contributi per le dipendenti comunali impiegate nella Casa protetta, il mutuo ventennale per la costruzione dell’impianto fotovoltaico al servizio della struttura ed il pagamento della Tarsu.. Sempre in accordo con la normativa regionale sull’accreditamento dei servizi sociosanitari e le tariffe e le rette deliberate dall’ente di governo regionale . Gli ospiti della Casa Protetta e la struttura stessa ed il servizio di assistenza domiciliare saranno tuteli da un Comitato di Indirizzo e controllo, presieduto dal Sindaco e composto da cinque membri (un delegato della cooperativa, un medico, un rappresentante del clero e – soprattutto – un famigliare di un ospite). Con la presenza di un rappresentante superpartes, individuato dalla e nella Berceto Foundation, è nostra intenzione riconoscere e consolidare la gratitudine verso i nostri emigrati benefattori.
Era l’estate del 1962, quando a casa dell’Avv. Lino Pietrantoni in Eastchester, nello stato di New York, alcuni bercetesi emigrati, tra cui mio zio Natalino Donnini, si riunirono in nome delle loro origini e costituirono la “Fondazione Bercetese”, posando la prima pietra finanziaria della nostra Casa Protetta Cavazzini.
Anche solo per il rispetto che porto per quegli uomini e quelle donne che con la morte nel cuore hanno lasciato la loro terra e non se ne sono mai dimenticati, donando parte dei loro sudati guadagni per la costruzione ed il mantenimento della Casa per anziani, non avrei mai permesso che la stessa fosse venduta. La Casa Protetta Cavazzini è nostra e gli anziani ospitati sono la nostra storia.
Non ce ne siamo dimenticati.
DANIELA JASONI Assessore alle politiche sociali