Il Partito del Popolo italiano

Politica

E chi é che no fa errori? Tutti nella nostra vita possiamo fare degli errori, Berlusconi come Prodi. Siamo uomini, non macchine. A Milano Berlusconi spiazza gli alleati che ne contestano la linea politica. Anziché difendersi passa al contrattacco, utilizzando l’iniziativa della raccolta di firme nei gazebo per mandare a casa il governo Prodi, non condivisa da An e Udc. A livello di inconscio, credo che sia un evento evitabile, ma Berlusconi cerca sempre di non accettare la realtà sino a quando non si avvera.

Forte delle adesioni, che Fi asserisce ammontino a 7 milioni, Berlusconi ha annunciato la nascita del Partito del popolo italiano, in cui confluirà Forza Italia. E per ribadire la propria leadership ha lasciato intendere che se ci sarà dialogo sulle riforme, l’Unione dovrà trattare con lui. Fini è stato chiaro: “Il giro di boa è l’inizio dell’anno nuovo. Se in quel momento saremo in grado di rilanciare su basi nuove la nostra iniziativa politica, bene. Altrimenti ognuno andrà per la sua strada”. Casini non è stato da meno: “serve politica, non propaganda”. Lo scontro ha avuto anche un risvolto polemico al convegno di An, ad Assisi, dove è andata in scena la dura contestazione della platea all’indirizzo di Fabrizio Cicchitto (Fi), che aveva criticato la linea di Fini. Mi fanno ridere coloro che datano la fine di un centro democratico. Ma come si fa a stabilire la fine di una organizzazione secolare, così radicata nel territorio! Si può senz’altro parlare di grossi passi avanti che si sono fatti con il bipolarismo, ma da qui a parlare di fine, ne corre. Gli ingredienti per un grande centro ci sono. Sicuramente sì. Io credo che la situazione del sistema politico bipolare sia ormai talmente deteriorata che possa senz’altro convenirsi con chi ritiene che attualmente l’effettività del bipolarismo sia gravemente compromessa, e che la convinzione, tutt’altro che fallace, del ritorno di un grande centro induca i g i politici democratici come Casini, Rutelli, Mastella, Buttiglione -tanto per fare alcuni nomi- a cominciare a crederci veramente. Ma la strada è ancora lunga. Per il momento Casini e Rutelli si scambiano solo poche parole, separandosi poi senza alcuna forma di cordialità. Una cosa è certa: il destino dell’Italia è ormai indissolubilmente legato ad un partito democratico. Di centro, certo. Intanto, nel delirio generale, una grande tempesta si sta addensando sul governo. E Prodi brandisce rabbiosamente la sua lunga spada e la leva in alto. I suoi occhi sembrano mandare lampi.

Scritto da Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)

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