Il giorno della memoria – La Shoah

Editoriale

Il giorno della memoria - La ShoahIl 27 gennaio del 1945, sessanta anni fa, le truppe dell’Armata Rossa, durante la loro avanzata verso Berlino, arrivarono nella cittadina polacca di Oswiecim (Auschwitz) a 60Km ad ovest di Cracovia.
In questa cittadina, nel 1940, su diretto ordine di Heinrich Himmler (7 ottobre 1900 – 23 maggio 1945), capo assoluto delle Schutzstaffel (SS), fu costruito un complesso di 3 lager e 39 campi di lavoro.
Una volta entrate dal cancello principale, recante la scritta Arbeit Macht Frei, ovvero Il lavoro rende liberi, persero la vita circa 70.000 persone, per lo più intellettuali polacchi e prigionieri di guerra sovietici.
Nel lager di Birkenau e nel campo di lavoro di Monowitz, anch’essi ad Auschwitz (Brzezinka), perirono un milione di Ebrei, Sinti e Rom.

Chi non era abile al lavoro veniva immediatamente mandato in una delle quattro camere a gas camuffate da docce, mentre gli altri lavorarono fino allo sfinimento per ditte tedesche tra le quali la I.G.Farben, produttrice dello Zyclon B, il gas usato per sterminarli.
Prigionieri di Auschwitz citiamo Primo Levi, che vi restò 10 mesi prima di essere liberato (le sue memorie sono scritte nel libro “Se questo è un uomo”), Elie Wiesel, sopravvissuto a Monowitz, scrisse la sua esperienza in “La notte” ed insignito del Premio Nobel per la Pace, Anna Frank, famosa per il suo “Diario”, fu prigioniera di Birkenau dal settembre all’ottobre del 1944 dopodichè spostata a Bergen-Belsen, dove morì di tifo.
Chilometri di filo spinato elettrificato (usato anche dai detenuti per suicidarsi) fu quello che si trovarono davanti i liberatori e terrificante fu rendersi conto di quali mostruosità contenessero.
Un olocausto.
Olocausto dal greco holokauston che significa “rogo sacrificale offerto a Dio”, si riferiva originariamente ai sacrifici che venivano richiesti agli ebrei dalla Torah, e solo successivamente a massacri o catastrofi su larga scala.
A causa del significato teologico che la parola porta, molti ebrei trovano problematico l’uso di tale termine, in quanto potrebbe implicare che gli ebrei erano un sacrificio.
Al posto di olocausto molti ebrei preferiscono il termine ebraico Shoah, che significa “desolazione”.
Una immensa desolazione di corpi, cadaveri in fosse comuni e un terrificante odore proveniente dai forni crematori.
Spaventose mutilazioni ed esperimenti condotti anche su bambini dal tristemente noto Dottor Josef Mengele, conosciuto come l'”angelo della morte” tra gli internati di Auschwitz.
In Europa i campi di sterminio tristemente noti sono:
Amersfoort, Belzec, Breendonk, Janowska, Mechelen, Ommen, Salaspils, Schoorl, Sobibor, Theresienstadt, Treblinka, Vught, Westerbork.
Campi di concentramento simili a quelli nazisti, vennero creati a partire dagli anni ’30 in Unione Sovietica sotto Stalin e presero il nome di Gulag.
Furono attivi fino al 1970 e narrati da Alexander Solgenitsin nel libro “Arcipelago Gulag“.
I perseguitati, citati anche nel libro antisemita di Adolf Hitler esposto nel 1925, “Mein Kampf“, furono:
Ebrei, anche se le cifre sono molto discordanti, ne perirono dai 5,6 ai 6,1 milioni,
Slavi dai 3,5 ai 6 milioni,
prigionieri di guerra dai 2,5 ai 4 milioni,
dissidenti politici da 1 a 1,5 milioni,
Rom e Sinti dai 200.000 ai 300.000,
Handicappati dai 200.000 ai 300.000,
omosessuali dai 10.000 ai 250.000,
Testimoni di Geova dai 2.000 ai 3.000
.
Per identificare i prigionieri dei campi in base alla loro “offesa”, gli era richiesto di indossare dei triangoli colorati sugli abiti.
Anche se i colori usati differivano da campo a campo, i più comunemente usati erano:
Giallo: ebrei — due triangoli sovrapposti a formare una stella di David, con la parola “Jude” (Giudeo) scritta sopra
Rosso: dissidenti politici, compresi i comunisti
Verde: criminali comuni
Viola: Testimoni di Geova
Blu: immigranti
Marrone: zingari
Nero: lesbiche e soggetti “antisociali”
Rosa: omosessuali (maschi)
.
Un esempio moderno di “campo di concentramento” può definirsi la struttura predisposta all’interno della base statunitense di Guantanamo a Cuba, che ospita sospetti appartenenti ad Al Qaeda e al regime talebano.
Il “Giorno della Memoria” è una ricorrenza istituita nel 2000 dal Parlamento Italiano in memoria delle vittime del nazismo e dell’Olocausto, speriamo con queste semplici e concise note, di contribuire a non dimenticare.
Ci piacerebbe terminare con un pezzo tratto da “Se questo è un uomo” di Primo Levi (Opere Complete – Einaudi):

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case;
Voi che trovate tornando la sera
Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce la pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì e per un no

Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno:

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole:
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli:
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri cari torcano il viso da voi.

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