Stiamo ancora aspettando che la conchetta sulla pelle (finta) della nostra poltrona preferita si stenda dopo la visione di Fahreneit 9/11 che, a migliaia di chilometri di distanza, una misera, semplice, gratuita, telefonata tra due signori distinti, ci ricorda che esiste anche John Wayne.
Bene, in America si sono concluse queste lunghe e dispendiose elezioni e, con buona pace del neo-famoso (candidato come naufrago nella prossima edizione dell’Isola dei Famosi) Michael Moore, le cose non sono cambiate.
Almeno per quanto riguarda il Presidente, cose diverse si attendono per quanto riguarda i suoi uomini.
Quelli famosi, per restare in ambito cinematografico, di “Tutti gli uomini del Presidente” o se preferite “Tutti gli uomini del deficiente”.
Rallegrati, Michael, avrai altri quattro anni di ottime riprese e montaggi, interviste e scorribande, chiacchericci e sotterfugi.
Il tutto per il diritto di cronaca e libertà che il tuo Paese ti regala.
Vince dunque, dopo la maggior affluenza alle urne di sempre e con il più grande consenso da che storia ricordi, il cowboy texano George W.Bush Junior, staccando l’avversario (com’è che si chiama? ah, si…) Kerry di quasi cinquemilioni di voti (conteggio più e riconteggio meno).
Dunque il panorama non cambia, non cambia la politica estera e non cambia l’atteggiamento con gli Stati definiti dell’Asse del Male, siano essi arabi o islamici, che vanno combattuti, ma ancor prima cercati.
Abbiamo (o bisognerebbe dire hanno) in tasca il baffo di Bagdad (mentre il nostro Da Crema rimane libero anche dopo La Fattoria) e ricerchiamo in tutto il mondo la barbetta da capretta di quel distinto signore (scriverlo con la S maiuscola forse sarebbe stato un po’ troppo) che dai suoi monti chissà dove, puntualmente, fa capolino da una tv satellitare all’altra, con i suoi proclami…e non fatemi andare avanti.
Eccola dunque la forza del nuovo millennio, la TV, i media, con le sue esagerazioni ed i suoi falsi allarmismi, con i suoi proclami e con le sue star.
Guru mediatici del nuovo millennio riunitevi ed illuminateci il cammino.
Così, fatalisti, moralisti, sociologi, soubrette, lecchini, opinionisti, giornalisti, avranno di che parlare e Vespa e Costanzo materiale per ore e ore di dirette litigiose e prolisse.
D’altra parte è un insulto anche solo alla parola intelligenza, poter pensare che una persona con questa virtù, si possa accorgere di quanto gli accade, e non dico in casa ma anche solo vicino, attraverso la visione di un film (o un documentario).
Ma poi si sà, in America sono campioni a vedere sempre ed ovunque la cospirazione anche se in questo dovremo essere maestri noi.
Dunque se in passato era la penna a ferire più della spada ora sembra che l’etere risulti vincitore, forse anche, sull’economia.
Rimane il fatto che in poco più di cinquecento anni, gli Stati Uniti, ci stanno dando una lezione di Repubblica, perchè contrastarla in nome di una dietrologia atta a voler mantenere ciò che era ma che non può, per sempre, essere?
In questo giorno in cui noi festeggiamo la giornata delle Forze Armate, il pensiero corre veloce ai tempi di dura guerra, all’indipendenza del 1861 e a quel 2 giugno del 1946 in cui si scelse la nostra tanto cara e da tener sempre stretta in pugno Repubblica.
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