Nulla di ciò che sapevate già su Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda vi verrà riproposto, anzi.
Nel film si parla di un Artù non ancora Re e di una Virginia (Keira Knightley) abile arcere che, come in Braveheart combatte sul campo con il volto dipinto (e abbigliamento succinto).
Atmosfere tolkeniane e battaglie cruente, dunque, lasciano da parte la poesia dell’amore cavalleresco per preferire azione e…fatti.
Strana ma accettabile la scelta di conferire a Merlino il compito del “cattivo” di turno, mettendolo al comando dell’esercito, violento e sanguinario, dei sassoni…
Excalibur è già saldamente nelle mani di Artù e, in tutto il film, ci sono solo brevi e sporadici riferimenti a trame già trite e ritrite.
Sicuramente soldi spesi bene per la visione di un film che poteva essere uno dei tanti ed invece si dimostra, dove possibile, addirittura “inedito”.
Certo senza sfociare nel ridicolo o stravolgere gli avvenimenti.
A mio modesto avviso l’attore scelto per impersonare Artù, Clive Owen, lascia un po’ desiderare e spesso scompare sotto la “luce” di Ioan Grufford, Lancillotto.
A dire il vero è stato proprio il pensiero del regista Antoine Fuqua a voler descrivere un Artù anglo-romano con i suoi validi cavalieri (quelli della tavola rotonda a cui non hanno nemmeno il tempo di sedersi) sempre intento a guerreggiare e conquistare la libertà per la “sua” terra.
Belle le scene delle battaglie e ottima la ricostruzione di paesaggi e castelli.
In definitiva un bel film che, in poco più di due ore, ci descrive una storia che poteva essere di una pesantezza mortale e che invece si dimostra “rinata”.
Voto 7.