“Spoleto Arte Incontra Venezia”: intervista a Zoya Tukhmanova Karapetyan in occasione del concerto “Omaggio alla Callas” organizzato da Nugnes

Scrittori e Artisti

Come nasce l’occasione per esibirsi nella cornice della prestigiosa mostra di “Spoleto Arte incontra Venezia”?

Durante il vernissage inaugurale il professor Vittorio Sgarbi ha molto apprezzato la mia performance, fatta con musiche scelte ed adattate per clavicembalo. In seguito, ho ricevuto l’invito del Dott. Salvo Nugnes, per partecipare a questo importante concerto e ho accettato con tanto piacere.

Con quali pezzi vi esibite?

Il programma del concerto sarà molto vario. Si va dai brani antichi del 1500 a quelli più attuali e moderni. Abbiamo un brano speciale scritto appositamente per me, per essere eseguito con uno strumento raramente in uso comune ai giorni nostri, che è il clavicembalo di Alberto Colzani. Faremo pezzi di Bach, Vivaldi, Morricone e altri maestri, con una panoramica eterogenea. In ricordo alla divina Maria Callas faremo anche la celebre Ave Maria.

Chi sono i suoi colleghi di concerto?

Ci saranno con me Margherita Celanzi, violinista, violista, mezzo soprano, pittrice, con una poliedrica genialità artistica. Lavora al Teatro La Fenice e realizza concerti di musica sacra ed operistica anche nelle Marche.

Quando nasce la passione per la musica?

Vengo da una famiglia di musicisti. Mia madre è docente di teoria musicale presso l’Accademia della Musica di Mosca e di recente è stata insignita di un importante riconoscimento istituzionale dalla Federazione russa, l’Ordine del Cavalierato del Lavoro, conferitole dal presidente Putin. Mio zio, è un noto compositore armeno-russo ed il suo inno alla vittoria viene suonato ogni anno, durante la parata militare sulla Piazza del Cremlino. I miei nonni e bisnonni suonavano vari strumenti musicali ed io sono musicista di quinta generazione.

Cosa ha di così particolare il prezioso clavicembalo di Alberto Colzani, con cui lei suonerà durante il concerto?

Il clavicembalo, è considerato come uno strumento appartenente alla tradizione musicale del passato e ce lo immaginiamo suonato da un giovane Mozart alla corte degli imperatori, oppure rappresentato da Vermeer nei quadri con le fanciulle melanconiche. Ai giorni nostri, con il suo suono acuto e preciso, si presta facilmente per le musiche ultra moderne, come le composizioni jazz, blues, ragtime, così come per le canzoni dei mitici Beatles. Il rinomato liutaio Alberto Colzani adotta standard di elevatissima qualità, che riguardano soprattutto la scelta e la selezione dei legni e rispettando la tradizione antica usa la tecnologia moderna. Ha sostituito la penna di corvo, facilmente deteriorabile nel tempo, con il delrin, un materiale simile nella rispondenza, ma molto più robusto, resistente, durevole e di semplice manutenzione. Con questa soluzione migliorativa, posso cimentarmi in tutti i brani più moderni, con il massimo rendimento.

In generale, c’è un compositore preferito a cui si ispira?

Per un musicista professionista è difficile fare un solo nome. Potrei provare a dire Bach, ma adoro anche l’opera lirica e quindi penso a Verdi, Puccini, Bellini, Wagner, che sento molto vicini. In più ho la passione per i veneziani Gabrieli e Monteverdi. Nella Basilica di San Marco, dove sto lavorando adesso, eseguiamo i loro brani in doppio e triplo coro.

Come è avvenuta la sua formazione in campo musicale?

La mia prima insegnante, è stata mia madre, che amava farmi abbinare lo studio del pianoforte con quello delle altre materie artistiche. A 5 anni avevo già imparato a memoria varie poesie. Mi sono laureata in conservatorio a Mosca in direzione del coro. Ho proseguito studiando il clavicembalo. Molto importante e decisivo per la mia formazione, è stato l’incontro con il professor Marco Vincenzi, che mi ha dato uno spunto di stimolo in più per imparare a perfezionarmi con il clavicembalo. In Italia, ho avuto la grande fortuna di avere come maestro, professionale ed anche come guida spirituale, il professor di conservatorio Marco Gemmani, direttore della Cappella Marciana.

Arte e musica sono due linguaggi universali, per comunicare?

Con la musica possiamo esaltare il valore e il significato delle opere d’arte. Voglio sottolineare, che arte e musica sono come due “Anime Gemelle” che si fondono e si completano a vicenda. Spero, che al mio concerto il pubblico possa emozionarsi ascoltando la musica e godere nella visione delle suggestive opere d’arte, appagando insieme l’udito e la vista.

C’è un sogno nel cassetto, che vorrebbe realizzare quanto prima?

Realizzazione di un sogno? Cosa può essere più bello per un artista, quando la sua performance comunica nel momento dell’esecuzione, in modo compiuto e completo. Come diceva una persona a me cara: è inutile sognare qualcosa, che non puoi fare. Ma se devo esprimere un mio forte desiderio, mi piacerebbe incidere un cd con musiche moderne per clavicembalo. Ho già raccolto del materiale valido e mi manca solo la casa discografica, disposta a supportarmi in questo progetto, che coltivo da lungo tempo.

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