Intervista al cantante Luca Maris: “La musica concepita come linguaggio comunicativo universale”

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luca maris

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Il valore del celebre artista napoletano Luca Maris, cantante, autore, compositore, arrangiatore, è riconosciuto in tutta Italia, anche a Venezia, dove di recente è stato invitato in occasione del vernissage della grande mostra “Spoleto incontra Venezia”. Il suo primo album, “Quante storie…”, è stato subito ben accolto dal mercato italiano e internazionale ed è stato inserito nelle playlist di vari network nazionali, compresa Rai Isoradio, mentre il secondo lavoro “Fuori e dentro noi” è stato realizzato a scopo di beneficenza a favore della ONLUS “Un cuore per tutti…tutti per un cuore!” per contribuire all’aiuto dei bambini cardiopatici nel mondo. In quest’intervista egli rivela le sue idee riguardo al mondo della musica nel panorama italiano ed internazionale, raccontando anche i suoi progetti per il futuro.

D: Come vede l’attuale mercato della discografia a livello nazionale e internazionale?
R: A livello nazionale lo vedo scarso: in giro si possono sentire sempre meno canzoni intese come vere opere musicali e di spessore culturale. Purtroppo si sentono quasi esclusivamente solo canzonette per far soldi e basta; senza parlare poi dei testi: sono spesso deprimenti e li capisce solo chi li ha scritti e forse chi li canta. Anch’io molte volte faccio fatica a capirli perché per me non hanno un senso di linguaggio logico. A livello internazionale, invece, si ascolta della buona musica poiché si bada più alle opere musicali di sostanza che alla “musica di plastica”, al contrario di quanto si fa purtroppo oggi in Italia.
D: A quali progetti futuri si sta dedicando?
R: Sto preparando il mio nuovo cd che racchiude una piccola raccolta del mio recente passato discografico e qualche nuovo pezzo. All’interno ci sarà anche un brano che mi piacerebbe cantare al prossimo Festival di Sanremo 2015. È sempre stato il mio sogno fin da bambino, da quando uscii dalla tremenda esperienza fisica personale del coma; per me e per mia madre Rosa sarebbe come rivivere quell’esperienza passata, ma questa volta regalandole lacrime di gioia anziché quelle causate dalla paura di perdere un figlio.

D: C’è un cantante o un gruppo italiano o straniero, con cui in futuro vorrebbe iniziare a collaborare?
R: Come artista italiano Massimo Ranieri, mentre in ambito internazionale mi piacerebbe collaborare con i Gotthard, un gruppo rock svizzero.

D: Se avesse a disposizione tre aggettivi per definirsi in qualità di artista poliedrico, quali userebbe?
R: Generoso, Creativo, Essenziale.

D: Come si può inculcare nelle generazioni più giovani l’amore per la musica, concepita come linguaggio comunicativo universale?
R: I giovani dovrebbero entrare in modo più serio e meno superficiale nel mondo della musica, ma anche nella vita stessa: sono due mondi vasti e senza confini e dovrebbero anche rappresentare per loro un messaggio educativo e di riflessione che può appartenere a tutti, basta avere la voglia di applicare e rispettare le regole della vita e della musica. Bisognerebbe però, a mio modesto parere, non avere pregiudizi per niente e per nessuno perché ogni creatività, come ogni essere vivente, può essere per noi un’esperienza da vivere e che ci può insegnare qualcosa nel bene e nel male: alla fine la musica, come la vita, è un linguaggio universale che appartiene a tutti.

D: Quali consigli/suggerimenti potrebbe dare alle nuove leve di cantanti/cantautori?
R: Di essere disposti a fare tanti sacrifici e rinunce per intraprendere questo percorso professionale, senza dubbio non facile, e di essere disposti ad aspettare il proprio momento.

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