La Non-Riforma delle Provincie

Politica
luigi lucchi

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La riforma Delrio è una operazione demagogica e populista. Un sistema di gestio-
ne pieno di contraddizioni e tuttora privo di regole che priverà i cittadini di servizi indispensabili e lautamente pagati, però, con tasse, imposte e addizionali.

Ecco 7 motivi perché i nostri consiglieri e Sindaci, chiamati alle urne il 9 ottobre
2014, non dovrebbero andare a votare.
1 Presidente e Consiglio non eletti dai cittadini
2 Ridicolo risparmio di spese di gestione
3 Una riforma ancora priva di decreti attuativi
L’ Amministrazione provinciale non sarà più eletta dai cittadini, togliendo loro, senza preavviso, un diritto sancito dall’attuale Costituzione di eleggere i propri rappresentanti. La “nuova” Provincia sarà eletta dai consiglieri dei vari Comuni, che eleggeranno un Consiglio formato da 12 Sindaci (assessori provinciali) e il Presidente. Ogni consigliere comunale avrà un voto proporzionato al numero di abitanti del proprio Comune.
Con questo sistema (s’è tornati al voto per censo) automaticamente e ingiustamente
verranno votati i rappresentanti dei Comuni più popolosi e più forti.
Verrà eliminato solo lo stipendio del Presidente e degli assessori. Resta tutto il personale della Provincia, quindi anche gli edifici e le spese tuttora generate. La riforma porterà un risparmio di un massimo 400.000 euro per la provincia di Parma contro i 18 milioni necessari ma tolti per mantenere in buona salute i servizi di strade e scuole.
Anche ragionando a livello nazionale, Il risparmio per le casse dello Stato sarà di circa 200 milioni di euro, una cifra ridicola se confrontata con gli 800 miliardi di euro di spesa pubblica e di circa 85 miliardi di euro che paghiamo di interessi sul debito pubblico.
La Provincia, come l’abbiamo conosciuta finora, aveva il compito di mantenere le strade provinciali (circa 1.500 km), oltre alla maggioranza delle scuole superiori. Il compito importante, inoltre, era coordinare i programmi provinciali in tutti i settori in collaborazione con i Comuni e di occuparsi di ricevere i finanziamenti su progetti regionali e dell’UE.Ad oggi le direttive, che dovevano essere emanate dal ministro Delrio ai primi di luglio, non esistono ancora e quindi non si conoscono ancora le funzioni della “nuova” Provincia.
La Provincia, insomma, è cambiata e nessuno sa come. Neppure i Sindaci.
4 Nessuna retribuzione e tempo zero per amministrare
5 Non tutti i Comuni verranno rappresentati in Provincia
6 I Sindaci non potranno essere imparziali
7 Mancherà l’intermediario per trattare con la Regione
I Sindaci non saranno retribuiti per le loro cariche provinciali. Avendo poco tempo, anche per amministrare il proprio Comune, ci si può aspettare che andranno in Provincia assai di rado. La Provincia con questa gestione sarà allo sbando e non erogherà servizi, anche perché ad oggi non vi sono i fondi per farlo. I Sindaci finiranno per delegare a dirigenti e funzionari alle proprie dipendenze solitamente inadatti ad operare senza direttive. Si dovranno accollare il problema di strade disastrate e di tanti altri disservizi, oltre al bilancio negativo, recentemente, scassinato dal governo Renzi alla caccia dei famosi 80 euro (presi appunto da bilanci di Province e Comuni).
I consiglieri della nuova giunta provinciale saranno solo 12, per cui, se la matematica non è un’opinione, tutti i Comuni non saranno rappresentati (i comuni nella Provincia di Parma sono ben 46). I Sindaci eletti rappresenteranno i Comuni più forti e quelli organizzati in partiti e gli altri più piccoli immancabilmente resteranno inascoltati.
I Sindaci saranno obiettivamente impediti di avere una visione provinciale. Avendo i
voti nel proprio Comune la loro tendenza sarà quella di favorire il proprio territorio a discapito di altri.
Mancando la Provincia, ai Comuni verrebbe a mancare un Ente di coordinamento,
abbastanza imparziale, per trattare con la Regione che è e rimane lontana, e che da
sempre tende a favorire le zone di Romagna e di Bologna.

COSA SUCCEDEREBBE SE CONSIGLIERI E SINDACI NON ANDASSERO A VOTARE?
Mancando il numero di voti, Il Prefetto e il Governo nominerebbero un commissario prefettizio. Questo non bloccherebbe la riforma Delrio ma sarebbe una protesta fortissima, a livello Nazionale e finalmente si parlerebbe di questa Legge,a molti
sconosciuta, e delle sue grandissime lacune. È necessario mandare un segnale forte di consapevolezza al Governo che attraverso la tattica della forma demagogica continua a lasciare intatto il proprio patrimonio di privilegi, togliendoli ai più
piccoli, quelli alla base della piramide.

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