Pace (IDV): crescono i morti sul lavoro in Emilia Romagna

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Nei primi otto mesi del 2014 in Italia sono morti sui luoghi di lavoro 423 lavoratori, con un tragico incremento rispetto al 2013 pari al 7,6%. L’agricoltura con il 39,8% del totale ha un picco incredibile: in questo comparto il 72,6% delle persone sono morte in un modo drammatico, schiacciati dal trattore che guidavano.

Cronaca di morti annunciate che non risparmiano l’Emilia Romagna. Nello stesso periodo di tempo, infatti, nella nostra regione sono morti 38 lavoratori (quattro in provincia di Bologna, sei a Forlì-Cesena, sei a Ferrara, cinque a Modena, sei a Parma, tre a Piacenza, cinque a Ravenna, due a Reggio Emilia, uno a Rimini), a cui si devono aggiungere le morti sulle strade ritenute dallo Stato morti sul lavoro a tutti gli effetti che fanno lievitare il numero delle persone decedute a 70. L’incremento rispetto al 2013 è del 15,8% (il totale delle vittime nello scorso anno era di 45).

È così tutti gli anni, nonostante il Governo fosse già stato avvertito il 28 febbraio dall’Osservatorio indipendente sulle morti del lavoro di Bologna dei pericoli dell’imminente strage di agricoltori schiacciati dai trattori. Da quel giorno, infatti, sono morti in tutta Italia per il ribaltamento del mezzo 113 lavoratori, che si sommano ai dieci deceduti nei primi due mesi dell’anno. Diciassette sono le vittime in Emilia Romagna, cifra che rappresenta il 49% delle morti sul lavoro complessive.

Al Governo abbiamo chiesto di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo e di proporre una legge sulla messa in sicurezza dei trattori che così facilmente uccidono. Non siamo stati ascoltati, ma non possiamo assolutamente abbassare la guardia: rinnoviamo alle istituzioni l’invito perché intervengano per porre fine a una situazione non più sostenibile.

L’Italia dei Valori si propone di mettere la sicurezza sul lavoro come tema fondamentale della sua campagna elettorale in vista delle Regionali del prossimo novembre. Basta ignorare queste tragedie, basta con la precarietà del lavoro – che aumenta in maniera esponenziale gli infortuni anche mortali – e con l’opera di emarginazione dei sindacati: calpestare i diritti elementari dei lavoratori e la sicurezza sul lavoro può solo nuocere non solo ai lavoratori stessi ma a tutto il sistema produttivo.

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